29° TFF: I più grandi di tutti di Carlo Virzì

 

 

Oltre “Ulidi piccola mia” di Mateo Zoni, un altro film italiano in concorso al 29° TFF è “I più grandi di tutti” di Carlo Virzì, fratello del regista affermato Paolo Virzì. Carlo nasce come musicista e autore dei brani del gruppo musicale livornese Snaporaz, poi si occupa delle colonne sonore dei film del fratello, come “My name is Tanino”, ” Baci e abbracci”, “Caterina va in città” e altri, fino ad approdare alla regia con questo suo primo film, inevitabilmente incentrato sulla musica.

I più grandi di tutti” racconta la storia, tra alti e bassi, della rock band dei Pluto nella cittadina toscana di Rosignano Solvay, composta da voce, chitarra, basso e batteria. Sono passati ormai quindici anni dal periodo d’oro della band, in cui attraversavano l’Italia per tenere concerti e le loro canzoni avevano portato al successo due album e un brano utilizzato per uno spot televisivo. Oggi Sabrina (Claudia Pandolfi), Mao (Marco Cocci), Rino (Dario Kappa Cappanera) e Loris Vanni (Alessandro Proja) vivono ognuno la propria vita, con i problemi economici e familiari della gente comune e hanno perso quell’energia e vitalità dei tempi del rock, quando la musica era la loro vita e il motivo per andare avanti. Loris si è sposato e ha un bambino di 7 anni, ma fa il mantenuto e non riesce a trovarsi un lavoro vero. Maurilio, detto Mao, lavora come barista in un pub. Sabrina si è fidanzata con un ‘bravo ragazzo’, ma nasconde la sua infelicità e frustrazione per non essere riuscita a realizzare niente di concreto nella vita. Infine Rino ha trovato un lavoro fisso come operaio in fabbrica, ma vive isolato dal mondo senza amici o fidanzate, prendendosi eccessiva cura del padre anziano. Un giorno Loris riceve una curiosa e-mail da parte del giornalista Ludovico Reviglio (Corrado Fortuna), che si professa grandissimo fan dei Pluto e vuole realizzare un documentario sulla band. Tra i quattro però è rimasto un po’ di rancore  per alcune questioni in sospeso e incomprensioni mai chiarite ed è difficile riunirli per questo progetto, ma forse è quello che ci vuole per sbloccarli e regalare loro una vita migliore.

Distribuito dalla Eagle Pictures, questo film vede lo zampino di Carlo Virzì sia nella regia sia nella sceneggiatura, ma grazie al suo passato come musicista, egli si è occupato anche dei brani musicali e delle canzoni eseguite dai Pluto nel film. Il soggetto è di Andrea Agnello e Francesco Lagi e, nel complesso, la storia si incentra sulla musica ma non per parlare di essa come altre commedie del genere realizzate negli anni precedenti. Qui la musica risulta quasi come un analista, che con le sue note al posto delle parole, riesce a chiarire le priorità di ognuno dei ragazzi e liberarli dall’oblio statico e fumoso dell’età adulta. E’ difficile fare i conti con le responsabilità e realizzare di essere un gruppo musicale di provincia, che forse rimarrà per sempre così. Carlo Virzì realizza una commedia energica e divertente, dove però non mancano spunti di riflessione e note amare che accendono i riflettori sul disagio e l’infelicità di alcuni dei personaggi come Mao, rozzo, fallito ma irresistibile nella sua follia, Rino che ha paura del prossimo e non ha il coraggio di fare il salto e fare qualcosa di concreto, Loris che non riesce a farsi ammirare dal figlio abbandonando la veste di fallito e buono a nulla e Sabrina, che deve ancora nascondere le sigarette nel bagno come gli adolescenti, perchè non ha il coraggio di portare avanti le sue idee e i suoi progetti senza aggrapparsi a qualcuno.

Lo stile registico di Virzì è tuttavia semplice e ordinario, ma convincente per la sua opera prima. Il ritmo non molla mai e il film si segue bene, tra sorrisi spontanei e leggere commozioni, il tutto condito da un’ottima musica rock, che fa piacere ascoltare dall’inizio alla fine. Il cast è convincente e ben amalgamato, ma la sceneggiatura poteva essere più ricca e articolata, anche se comunque sottolinea bene la componente rozza e terra terra di alcuni personaggi e l’ingenuità e la debolezza di altri. Corrado Fortuna, in particolare, si cala molto bene nella parte di un ragazzo dolce e sfortunato, che ha perso la fidanzata e l’uso delle gambe in un incidente stradale e tiene moltissimo ai Pluto e al suo progetto, nonostante le difficoltà che incontra quando si rende conto che in fondo non molti conoscevano questi quattro artisti di provincia. Un film senza troppe pretese, che profuma di cinema indipendente ben realizzato e per farsi due sane risate.