32° TFF: l’uomo nero nell’horror australiano The Babadook

L’uomo nero ha una lunga tradizione sul grande schermo e, a qualche anno dall’americano Boogeyman, tra i film in concorso al Torino Film Festival è stato presentato l’australiano The Babadook, l’opera prima di Jennifer Kent, con Essie Davis, Noah Wiseman, Daniel Henshall e Barbara West.

babaAmelia vive da sola con il piccolo figlio di sei anni, dopo che il compagno è morto in seguito ad un incidente lo stesso giorno della nascita del piccolo Samuel. Quest’ultimo si comporta in modo strano, attirando l’attenzione, e sembra ossessionato da una lotta immaginaria contro un mostro che vive nella sua camera, nell’armadio o sotto il letto. Se all’inizio questa sua fissazione sembra la sopravvalutazione di un capriccio, l’apparizione misteriosa del libro che illustra la storia di “Babadook” a casa di Amelia e Samuel, distrugge giorno dopo giorno l’equilibrio familiare, minando il rapporto madre-figlio, già debole da molti anni, per l’ombra della tragedia vissuta.

La regia è fresca e dinamica, con una ripresa lineare che ripropone alcuni degli ingredienti fondamentali dei film horror più classici, e l’atmosfera che si crea all’inizio del film sarebbe pure all’altezza dell’idea di Jennifer Kent. Ma, quando lo stile thriller – horror si trasforma in una versione stereotipata de L’Esorcista, la storia vira bruscamente verso la banalità, e alcune scene descritte che prendono vita sullo schermo, riescono a strappare soltanto qualche risata, piuttosto che far tremare lo spettatore in poltrona. Nonostante il cast molto bravo, soprattutto nella persona della madre e del piccolo Samuel che vivono il tormento emotivo e personale, manovrato da un’entità indefinita, il film non ha una sua solidità e si sfalda piano piano, perdendo anche la base di una sceneggiatura che aveva del potenziale nella prima parte.

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Come il recente Hugo Cabret di Martin Scorsese, anche The Babadook è ricco di citazioni della storia del cinema, da ricordi di Melies, ai film celebri degli anni ’50, ma la scelta di Jennifer Kent appare solo uno stratagemma forzato, che non si lega molto alla natura e al carattere del suo film. The Babadook è un horror anticonvenzionale, ma poco riuscito. La paura lascia il posto al ridicolo, e l’effetto finale non è proprio quello che ci si aspetterebbe da un film del genere.

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