Allacciate le Cinture, la recensione del nuovo film di Ferzan Ozpetek

Dopo l’ultimo Magnifica Presenza, il 6 Marzo Ferzan Ozpetek torna nelle sale con il suo nuovo film Allacciate le Cinture, una storia di amore e di amicizia, attraversata dalla solidarietà e dal dolore, con Kasia Smutniak e Francesco Arca nei panni dei protagonisti principali.

Dopo circa quattro anni, il regista turco torna a firmare la sceneggiatura con Gianni Romoli e porta sullo schermo la storia di Elena e Antonio, due giovani impegnati sentimentalmente, che provano una forte attrazione l’uno per l’altra e non riescono a stare lontani. Lasciano i rispettivi compagni, Giorgio e Silvia, e si sposano, creando una vera e propria famiglia con due figli e una casa nel centro di Lecce. Elena crea una vantaggiosa attività con il suo amico gay Fabio, interpretato dal giovane Filippo Scicchitano e Antonio porta avanti la sua officina, tra litigate con la moglie e tradimenti che minacciano l’equilibrio del forte sentimento che li lega. Tutto diventa più complicato quando Elena scopre di avere una brutta malattia e le persone a lei care reagiscono alla nuova realtà in maniera personale e soggettiva, e Antonio deve crescere e affrontare questa turbolenza che scuote la sua vita e quella della sua compagna, mettendo alla prova il loro amore.

allacciate le cinture ozpetekAnche se il nucleo centrale del film sono l’amore e la passione tra Elena e Antonio, Ozpetek mantiene la struttura corale tipica dei suoi film, consegnando una grande responsabilità a tutti i personaggi della storia. Elena Sofia Ricci nei panni della zia con un lieve disturbo della personalità, instabile, ma affettuosa e solare, Carla Signoris come la mamma sola di Elena che ha perso il figlio di vent’anni per un incidente in mare, Carolina Crescentini e Francesco Scianna nei panni degli amanti respinti, e in particolari modo Paola Minaccioni nei panni della malata terminale Egle, arricchiscono e completano un cast di alto livello e perfettamente adatto alla storia. Fin dalla sigla si respira quella poetica romantica tendente al surreale che caratterizza il registro di Ozpetek, e la sceneggiatura si conferma lineare e ben strutturata dall’inizio alla fine, regalando alcune scene che sono una vera sorpresa ed emozionano in modo sincero e umile. La visione delicata e rispettosa della malattia, come qualcosa che separa e unisce nello stesso tempo, fino a rinforzare un legame di amore lì dove il sentimento c’è ed è forte, ma soffocato dalla quotidianità, con i suoi problemi e stupidi imprevisti.

allacciate le cinture fotoSe la Smutniak e la Minaccioni stupiscono ed emozionano per le loro interpretazioni toccanti ed estremamente verosimili, anche la scommessa di Francesco Arca, più acerbo e nuovo ai film di un certo spessore, non delude. Allacciate le Cinture è un film drammatico e sicuramente intenso e commovente, ma lascia spazio anche allo humour e al sorriso, che aiuta ad alleggerire scene altrimenti strazianti e troppo coinvolgenti. Ozpetek rivela una chiave più matura rispetto ai suoi lavori precedenti, migliore rispetto al più recente Magnifica Presenza, ma non all’altezza di Saturno Contro, Mine Vaganti o i più vecchi Le Fate Ignoranti e La Finestra di Fronte che respiravano di una nostalgia e malinconia più positiva.