Almanya- La mia famiglia va in Germania, la recensione

 

Secondo film della stagione distribuito dalla Teodora, sempre molto attenta a piccoli ma interessanti film, come il precedente Tomboy, per le festività natalizie propone Almanya- La mia famiglia va in città.

Hüseyin (Vedat Erincin), capostipite della famiglia Hylmaz , dopo quarantacinque anni di lavoro in Germania e dopo aver ottenuto la cittadinanza, durante un pranzo con tutti i suoi figli annuncia di voler tornare in Turchia, sua terra d’origine, e di avervi addirittura comperato una casa. I suoi cari, a cominciare dalla moglie Fatma (Lilay Huser), ormai molto legata alla Germania, storcono il naso. La nipote Canan (Aylin Tezel), che convive con un ragazzo tedesco da cui ha appena scoperto di aspettare un bambino, racconta al cuginetto Cenk (Rafael Koussouris) la storia del nonno, arrivato dalla Turchia dopo l’accordo internazionale sui lavoratori intercorso con la Germania nel 1961.

Attraverso una serie di flashback, la regista Yasemin Samdereli mostra le difficoltà della famiglia Hylmaz soprattutto nell’integrarsi all’interno della società tedesca, in maniera divertente, colorata e a tratti commovente. La stessa regista ha dichiarato che, per rendere l’atmosfera della famiglia turca trapiantata in Germania, ha attinto ai suoi ricordi personali. Almanya- La mia famiglia va in Germania non è solo il racconto di una storia d’integrazione sociale, ma ad un certo punto si trasforma in un road movie, in cui tutto il clan Hylmaz ritorna in terra Turca per dare sepoltura al nonno Hüseyin, rivivendo tutte le emozioni che lui aveva cercato di trasmettere loro con i suoi racconti.

 Un piccolo film molto gradevole, con una buona fotografia, che in certi punti cede un po’ alla melassa, senza però risentirne troppo. In uscita nelle sale italiane il 6 Dicembre prossimo, Almanya- La mia famiglia va in Germania ha fatto parte della Selezione Ufficiale del 61. Festival di Berlino.