Un anno passato a discutere sul film Knight of Cups di Terrence Malick senza tralasciare il film diretto da Sam Taylor Johnson Cinquanta Sfumature di Grigio. E quest’anno cosa ci aspetta? NewsCinema seguirà, dall’11 al 21 Febbraio 2016 la 66° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino – che ha ospitato nel 2015 varie anteprime – e prevede anche quest’anno una lista dei film molto interessante. Potsdamer Platz diventerà ancora una volta un ritrovo per i tutti i cinefili, e qui di seguito potete scoprire alcuni dei film più attesi che lasceranno un segno e dei quali parleremo nelle prossime settimane.

CHI-RAQ

E’ spiritoso ed esuberante con uno stile folle, sfrenatamente erotico e pieno di indignazione politica e di dolore. Per dirla in un altro modo: prendere la questione di Spike Lee sul problema dell’America riguardo la violenza delle armi, non è mai noioso. Ambientato a Chicago, il film è un libero adattamento dell’antica commedia greca Lisistrata, in cui le donne utilizzavano lo sciopero del sesso verso i propri uomini come mezzo per far terminare la guerra. La vivacità dei personaggi dà al film la sua carica di energia. Come Lisistrata, Teyonah Parris conduce un movimento vivace per unire la guerra spartana alle bande di Troia in una causa comune per la pace.

A QUIET PASSION


La grande americana Emily Dickinson scrisse poesie di ingegno frizzante e un’ innovazione ossessionata dalla mortalità. Ha vissuto in un isolamento auto-imposto nella sua stanza, ed ha acquisito notorietà nella comunità locale come una eccentrica vestita di bianco. In merito alla sua vita è stato scritto molto, e alcuni mettono in discussione l’ipotesi di una figura triste e caratteristica (Adam Phillips in un capitolo memorabile della Scatola di Houdini celebra un artista dalla fuga mentale abbagliante, che viveva nelle sue condizioni). Dopo il suo splendidamente romantico Sunset Song, Terence Davies presenta il suo film biografico sulla Dickinson alla Berlinale, con Cynthia Nixon nel ruolo della poetessa. Di forte empatia e con un occhio verso trame di una disadattata malinconia.

passion

UNITED STATES OF LOVE


Il dramma Floating Skyscrapers di Tomasz Wasilewski è stato un successo importante per il regista di Varsavia, e un passo in avanti rivoluzionario per la Polonia nella sua raffigurazione schietta di un’ intensa storia d’amore tra due uomini opposti dalla società. Tre anni dopo, il suo United States of Love è in competizione alla Berlinale, e promette questa volta “una storia di donne, con le donne, e raccontata dalle donne“. Quattro donne cercano svago attraverso le attrazioni tabù della vita nella Polonia del 1990, subito dopo la caduta del comunismo, quando l’aria di una possibilità euforica si mescola con la persistente atmosfera palpabile di soffocamento.

THINGS TO COME

Mia Hansen-Love, che ha diretto il nostalgico amore di gioventù in Goodbye First Love and Eden, porterà il downbeat anni ’90 sulla scena electro francese che ha generato il duo dei Daft Punk, nel suo attesissimo quinto lungometraggio Things to Come in anteprima in concorso alla Berlinale. Con Isabelle Huppert e André Marcon, il film racconta di Nathalie e Heinz, due insegnanti di filosofia sposati da molti anni. La scintilla sembra essere svanita dal loro rapporto ormai di abitudine e compagnia, con l’imminente morte della madre eccessivamente possessiva di Nathalie. Heinz annuncia di aver una nuova amante e Nathalie si imbarca in un’ estate di radicale cambiamento incerto.

BORIS WITHOUT BEATRICE


L‘attrazione principale è il fatto che sia diretto da Denis Cote, che ha un track record di film di questo genere, il più silenziosamente idiosincratici ed intelligenti. Il suo ultimo lavoro parla di un uomo compiuto e arrogante (James Hyndman) la cui moglie è un ministro del governo a letto con la depressione – e lui cerca di sfuggire a questa situazione attraverso una serie di cose. La comparsa di un misterioso straniero (Denis Lavant) lo spinge a fare il punto della sua vita.

AVE, CESARE!


L’ultimo film di Joel e Ethan Coen, annunciato come una commedia misteriosa, è il film di apertura della Berlinale 2016. Riunisce una serie di star come Josh Brolin, George Clooney, Ralph Fiennes, Scarlett Johansson, Frances McDormand, Tilda Swinton, Channing Tatum e Dolph Lundgren, per la storia di un uomo fissato con il  lavoro nell’industria cinematografica di Hollywood degli anni ’50 che ha cercato di scoprire cosa è successo ad un attore scomparso dopo una pesante bevuta. I fratelli Coen hanno avuto l’idea e il titolo per il film più di un decennio fa, con i dettagli in fase di continuo aggiornamento (che inizialmente doveva essere ambientato negli anni ’20), fino ad ottenere questa realizzazione finale.

DESPITE THE NIGHT


Il regista francese Philippe Grandrieux è sempre fortemente contraddittorio, e il suo ultimo comportamento notturno estremo è parte di una poesia cruda e di una sublime atmosfera oltre al nichilismo spavaldo e shock violenti. Seducente e che prende allo stomaco di volta in volta, il suo mondo oscuro di doppio ed ambiguità vede un uomo chiamato Lenz tornare a Parigi in cerca di una vecchia fiamma che ama ancora, solo per essere coinvolto in altri coinvolgimenti sensuali e in un mondo sotterraneo macabro. La sua sperimentazione visiva è fresca ed avvincente senza fine, anche se la sua politica sessuale è contenziosa. Ariane Labed e Roxane Mesquida sono nel cast. Il film sarà proiettato alla Settimana della Critica di Berlino.

ELIXIR


Opera del video artista di Mosca Daniil Zinchenko. Pieno di colpi immaginari, il film è ambientato in un bosco dove i guerriglieri di parte e cosmonauti vagano in una specie di palude spazio-tempo con un problema per le anime perdute, mentre uno scienziato che lavora su un elisir cerca il loro DNA come un ingrediente vitale. E’ un film grandioso con grandi idee e terribilmente ironico, con la resurrezione dell’anima russa.

STARVE YOUR DOG

Ricco di colori saturi, con un immagine straordinariamente bella e un allucinogeno vigore, l’opera low-budget più recente del regista marocchino Hicham Lasri Starve Your Dog è manifesto del cinema arabo punk. E’ difficile a volte discernere proprio quello che sta succedendo tra le immagini brulicanti e la cacofonia. C’è una trama attorno con il tentativo di un giornalista di intervistare Driss Basri, un ex ministro, sui rapporti oscuri di quel regime. Ma la sperimentazione vivida e surreale avvolta attraverso quel bizzarro incidente per le strade di Casablanca in un film che cita sia Shakespeare che i Daft Punk è abbastanza fermo, anche se le risonanze politiche sono difficili per i non-locali.

SIXTY SIX

New York con il maestro dell’ epoca mash-up Lewis Klahr ci dà un ritratto ipnotico, splendidamente strutturato onirico pop americano con la sua funzione di assemblaggio nel film Sixty Six. Utilizzando la cutout animation, il suono inventivo si fonde in figure della mitologia greca con i supereroi dei fumetti, la lunatica atmosfera noir e i romanzi pulp del 1960. Creato nel corso di un periodo di tredici anni, la dozzina di episodi che compongono questa melodia retrò intricata sono quasi sublimi in punti nella loro risacca di nostalgia e di tracciamento dei resti di ansia collettiva. Il film sarà proiettato alla Settimana della Critica di Berlino.

Fonte: Anothermag.com