Berlinale 2017: The Party, la brillante black comedy di Sally Potter

The Party di Sally Potter si potrebbe considerare la versione riuscita di The Dinner, che il regista Oren Moverman non ha saputo gestire nel modo giusto. Entrambi sono tra i film in concorso della 67° edizione del Festival di Berlino, ma The Party diverte, sorprende ed emoziona con una ironia elegante in perfetto stile Woody Allen.

Una cena per scoprire la verità

Fin dalla prima scena in bianco e nero è facile il richiamo ad un cinema classico e autoriale, mentre la fotografia si rivela da subito frutto di un lavoro attento e professionale. Kristin Scott Thomas è la padrona di casa che invita a cena alcuni amici di vecchia data per festeggiare il suo avanzamento professionale in ambito politico come nuovo ministro della sanità. Timothy Spall interpreta suo marito, un professore universitario in crisi depressiva con un debole per la bottiglia, mentre Patricia Clarkson è la sua migliore amica cinica e sincera, che regala le battute più divertenti e brillanti del film. Tra gli altri invitati un nevrotico Cillian Murphy, un  Bruno Ganz new age e la coppia gay Cherry Jones ed Emily Mortimer.

Una sceneggiatura vibrante

Prendendo spunto da Carnage di Roman Polanski, l’azione si svolge interamente all’interno delle quattro mura di un appartamento raffinato che sottolinea l’estrazione sociale dei protagonisti. La sceneggiatura vibrante è il cuore del film e dona ritmo alla narrazione con dialoghi pungenti che rispettano un tempo perfetto, con 70 minuti divisi per sette personaggi. La telecamera insegue questi ultimi muovendosi da una stanza all’altra, per cercare di scoprire i loro segreti e ricostruire la verità secondo le regole del colpo di scena. Sally Potter trasforma una cena in un’occasione per mettere a nudo diverse personalità legate da un destino comune, tra un passato e un presente abitati da omertà e tradimenti.

L’umano al centro del film

Ogni rivelazione causa una conseguenza, portando avanti una dinamica coinvolgente che intrattiene lo spettatore in una varietà di emozioni. Una riuscitissima black comedy in salsa british in cui una buona regia incontra un cast di alto livello e perfettamente adatto ai ruoli prescelti. In particolar modo regna su tutti Patricia Clarkson, protagonista di alcuni dei momenti più geniali del film. L’amicizia, l’amore, la paura, eleggono l’umano come motore di The Party, un film che, pur scegliendo un’impostazione teatrale di base, funziona sul grande schermo con carisma e creatività.

Ogni momento del viaggio personale dei protagonisti viene accompagnato da una musica diversa, grazie ai dischi di vinile che loro stessi fanno suonare una scena dopo l’altra. Un’idea originale di colonna sonora che scandisce il tempo della narrazione, dal tango al reggie, dal swing al jazz.

Anche se il titolo può farci pensare al film del 1968 con Peter Sellers, The Party di Sally Potter è uno dei film più apprezzati alla Berlinale 2017, e speriamo arrivi presto nelle sale.

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