Cannes 2016: La danseuse, la danza di luci e ombre di Loie Fuller

Basato su una storia vera. Con queste parole si apre La Danseuse, il film di Stephanie Di Giusto che racconta l’incredibile vita di Loie Fuller, la creatrice della danza serpentina. Nata nel 1862, la Fuller (SOKO) divenne la stella della Belle Epoque con il suo gioco di luci, tessuti e movimenti; uno spettacolo rivoluzionario che incantò l’Opera di Parigi trasformandola in una celebrità a livello europeo. La storia di Loi fu segnata anche dagli estenuanti sforzi fisici e dai problemi di salute. L’incontro con un sensuale e misterioso nobile in miseria (Gaspard Ulliel) e con una giovane avida di successo (Lily-Rose Melody Depp) contribuirono al declino di una delle menti più rivoluzionarie del XX secolo.

la danseuse centro

Presentato nella sezione Un Certain Regard della 69° edizione del Festival di Cannes, La Danseuse è un interessante affresco dei primi del ‘900. La rivoluzione culturale è in espansione e il desiderio di rinnovare la società domina la Parigi della Belle Epoque. Tra le menti avide di cambiamento c’è Loi Fuller, la ballerina interpretata da SOKO, la cantante e attrice francese divenuta popolare per il flirt con Kristen Stewart. Spaventata dal mondo ma disposta a tutto per cambiarlo, Loi Fuller realizza il geniale progetto di unire danza e spettacolo. L’impresa, raccontata in 110 minuti da Stephanie Di Giusto, non è delle più facili per via dei personaggi scomodi incarnati dal bravo Gaspard Ulliel e dalla più che discreta Lily-Rose Melody Depp, qui al suo debutto cinematografico nei panni di Isadora Duncan. La debolezza della sceneggiatura viene compensata dalla regia della Di Giusto, un’autrice che lentamente dà vita a un’opera sospesa tra la banalità e l’epicità. La colonna sonora potente e a tratti incalzante delinea il dolore e le emozioni di una ballerina fragile, terrorizzata all’idea di non venire accettata dal suo stesso pubblico: “Ameranno la mia danza ma non me. La mia veste carnale li deluderà”; parole che delineano un personaggio doloroso ma profondamente umano di cui è doveroso raccontare la storia. La danseuse non è un film perfetto; i dialoghi poco brillanti uniti al ritmo non del tutto convincente sono le fragilità di un’opera in cui la bellezza visiva non è supportata da uno script solido. Resta la meraviglia di inquadrature che tolgono il fiato e il fascino di una donna che, ballando, ha cambiato il mondo che la circonda.