Capitan America: Il Primo Vendicatore, la recensione

Domani, 22 luglio, arriva al cinema l’atteso “Capitan America : Il Primo Vendicatore“, nuovo film targato Marvel che porta sullo schermo le origini del primo eroe in assoluto realizzato dai Marvel Studios, precisamente da Joe Simon e Jack Kirby. Diretto da Joe Johnston e interpretato dal giovane Chris Evans, questo film si svolge nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, con delle atmosfere che riportano ad “Indiana Jones e i Predatori dell’arca perduta“,  film per il quale Johnston vinse l’Oscar per gli straordinari effetti visivi.

Steve Rogers ( Chris Evans) è un giovane ragazzo americano, gracile e debole, ma con una grande determinazione  e volontà di entrare a far parte dell’esercito del suo paese, per salvarlo e sconfiggere Hitler e i numerosi nazisti. Rifiutato da molte città per il reclutamento, Steve tenta di nuovo l’impresa e, grazie al Dottor Eskine, medico scienziato (Stanley Tucci) che vede in lui un’utilità nonostante la sua forma fisica, egli diventa un soldato. Viene sottoposto ad un importante esperimento militare che lo trasforma in una sorta di uomo potente e invincibile, un super soldato che acquista il nome di Capitan America e diventa simbolo di forza, libertà e speranza per tutto il Paese.

La Marvel in questi ultimi mesi ha preparato il terreno per il prossimo film “I Vendicatori” in cui vedremo in azione una squadra di supereroi, composta da Iron Man, Thor, l’incredibile Hulk e Capitan America. Tutti i film che hanno narrato le origini di un supereroe, e il suo passaggio dalla normalità alla straordinarietà, si reggono su un equilibrio precario di azione e riflessione, poichè una parte del film è dedicata alla storia e alla narrazione dell’antefatto della vicenda, che serve anche a fare un ritratto del personaggio prima che egli diventi un essere diverso e soprannaturale. Nella seconda parte di solito arriva l’azione e vediamo il nostro eroe impegnato in imprese all’ultimo respiro e nel bel mezzo di sparatorie e disastri spettacolari. In questo film “Capitan America : Il Primo Vendicatore” invece, la parte riflessiva e narrativa prende il sopravvento, limitando le scene d’azione che si contano sulle dita di una mano, con lo sfondo di un’America degli anni 40 e 50, scenario insolito per vedere in azione un supereroe, ma comunque suggestivo e molto ben costruito. Il fatto che questo non sia un action film nel vero senso del termine non è tuttavia un particolare negativo, poichè Johnston realizza comunque  un film completo, lineare e adatto a presentare il primo eroe d’America.

Chris Evans risulta convincente e adatto al ruolo, sia nelle prime scene del film in cui appare scheletrico e gracile grazie alla tecnologia CGI fatta molto bene, sia quando indossa il costume a stelle e strisce e impugna lo scudo indistruttibile e inizia la sua crociera verso il nemico, ovvero Teschio Rosso, interpretato magistralmente da Hugo Weaving. Sembra che il signor Smith della famosa saga Matrix, sia stato catapultato negli anni 40 a servizio di Hitler, mantenendo la freddezza e la crudeltà nell’apparenza composta ed elegante del nuovo personaggio. Nel cast troviamo anche Dominic Cooper nei panni del giovane Howard Stark, Tommy Lee Jones come colonnello Chester Phillips, che si distingue sempre per il suo umorismo con battute esilaranti che fanno brillare una sceneggiatura comunque molto buona e variegata. Inoltre Hayley Atwell nei panni di Peggy Carter, soldato e compagna dell’eroe e Sebastian Stan, l’amico Bucky Barnes che fin dall’infanzia proteggeva Capitan America quando vestiva i panni del piccolo Steve Rogers. Il film comunque si distingue anche per un’ottima fotografia, per lo più caratterizzata dal filtro seppia, una ricostruzione scenografica del periodo della Seconda Guerra Mondiale molto attenta ai dettagli e realistica, e una colonna sonora coinvolgente firmata da Alan Silvestri.

Quindi nel complesso possiamo dire che “Capitan America: il primo vendicatore” è un film riuscito, stile Marvel ma non guastava un po’ più di azione e adrenalina, visto che dopotutto si parla di un supereroe e del mondo del fumetto e non di un’eroe nazionale all’interno di un film storico.

 

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