Ieri sera la seconda giornata del Festival di Venezia ha ospitato la regina del pop Madonna, venuta a presentare ” W.E.”, il suo secondo lavoro come regista, un film intenso che cerca di ricostruire una delle storie più romantiche del Novecento. L’artista della musica si  affaccia di nuovo al grande schermo, realizzando questo progetto coraggioso dopo numerose ricerche approfondite sulla storia di Wally Simpson e il Re Edoardo VIII di Inghilterra che rinuncia al trono per amore.

L’artista, come affermato in conferenza stampa, è rimasta affascinata da questo episodio della storia inglese, e insieme a Kris Thykier ha lavorato sulla sceneggiatura, per raccontare questo forte legame non come gossip, ma piuttosto approfondendo ogni aspetto di un sentimento profondo, eppure contrastato da molti. Edoardo VIII, qui interpretato da James D’Arcy, decide di abdicare e rinunciare alla vita avuta fino a quel momento per amore di Wally, una donna americana divorziata con cui crea subito un’ intesa unica e indissolubile. La sua famiglia però non approva questa relazione, nemmeno quando le cose diventano più serie e si avvicina l’idea del matrimonio. Uno scandalo travolge la coppia e l’Inghilterra stessa diventa davvero difficile sostenere la situazione e far durare l’amore, nel senso più semplice e puro della parola.

Madonna racconta la storia di Wally Simpson, scegliendo di strutturare il film su due filoni temporali, passato e presente. La Wally del passato, sposa di Edoardo VIII, interpretata da Andrea Riseborough e la Wally del presente ( Abbie Cornish) vivono due vite similari, intense e ricche di emozioni e sentimenti contrastanti ma sono anche circondate dal dolore e da uomini sbagliati che le fanno sentire colpevoli di essere come sono. In questo film la vera protagonista è la figura della donna e la grande sfida della femminilità, tanto che la regista lascia molto spazio al desiderio di maternità e l’importanza per le due protagoniste di  vivere quest’esperienza indispensabile per sentirsi complete e realizzate. Molto bella la scelta di Madonna di una sceneggiatura costruita sul parallelismo, che deve molto al montaggio serrato e fluido che non fa perdere il filo della storia. Scene in bianco e nero si fondono con il colore con passaggi puliti, e ogni gesto ed espressione dei protagonisti viene accompagnato da una colonna sonora molto coinvolgente ed emozionante, sempre adatta alla parte di storia a cui è stata assegnata. Madonna, aiutata sicuramente da un cast impeccabile e molto convincente, riesce a rendere attuale questa storia romantica e comunque disturbata da linee drammatiche che toccano le corde giuste dello spettatore, portandolo per mano in questa dimensione surreale che oscilla dagli anni 30 al ventunesimo secolo con un amore vissuto in diverse epoche eppure così simile.

Dal punto di vista registico si avverte la voglia della regina del pop di sperimentare e utilizzare la telecamera con movimenti acrobatici e accellerazioni, forse troppo numerose e poco distanziate tra di loro, ma convincenti e utili nel creare l’atmosfera della storia. I movimenti della ripresa sembrano realizzati proprio in base alla musica che li accompagna, ricordando soprattutto nella prima parte del film un videoclip musicale più che un lungometraggio cinematografico. Il parallelismo di due diverse epoche storiche non è una novità nel cinema, basti ricordare il più recente “Il Ventaglio Segreto”, film cinese che racconta un’amicizia di due donne tra passato e presente con la stessa riunione finale tra le due. Non è quindi una scelta del tutto originale, ma comunque qui funziona, portando sullo schermo un film che soddisfa e coinvolge, emozionando fino all’ultimo minuto di proiezione.