Cinquanta Sfumature di Rosso recensione: un finale parodistico

Una cosa è certa. In famiglia è meglio che a scrivere sia solo E.L. James, seppur con le sue difficoltà. Infatti la scelta di affidare al marito Niall Leonard la sceneggiatura di Cinquanta Sfumature di Rosso, l’ultimo capitolo della saga cinematografica nelle sale italiane dall’8 Febbraio 2018, è forse la causa principale di un film banale, retorico e assolutamente poco riuscito.

Una noiosa sensualità

Christian e Anastasia convolano a nozze. Così si apre questo nuovo film. Dakota Johnson in un bellissimo abito da sposa e Jamie Dornan elegante ed innamorato, che si scambiano le promesse ed iniziano la loro vita insieme, come marito e moglie. Un inizio romantico che poi lascia spazio ad un’improbabile sottotrama thriller intervallata dalle scene erotiche tanto annunciate, ma senza dubbio poco originali. Christian e Ana non riescono a stare lontani, legati da una passione sempre molto forte e spesso fuori luogo, ma i fantasmi del passato minacciano la loro felicità. Un rapimento, inseguimenti in auto, momenti di gelosia adolescenziale, si alternano per raccontare una storia sconnessa che non riesce a coinvolgere lo spettatore. La noia ha la meglio, nonostante la bella presenza dei due protagonisti che spezzano la magia nel momento in cui si lasciano andare a dialoghi degni di una telenovela portoghese.

Anastasia sembra ingenua e sottomessa, e improvvisamente si trasforma in James Bond alla guida di una macchina sportiva, intenta a seminare qualche misteriosa presenza che insegue lei e il marito. Christian non ha dimenticato le sue antiche perversioni, ma è anche protettivo e affascinante, però Dornan non regala un’interpretazione indimenticabile, ristagnando in un paio di espressioni.

Tutta colpa della sceneggiatura

Rispetto ai due precedenti capitoli che, nonostante alcuni punti deboli, sono riusciti a raccontare una storia romantica e sensuale con una certa coerenza, Cinquanta Sfumature di Rosso sembra un film rimediato, una parodia che punta a disintegrare la dignità del franchise. La colonna sonora resta di alta qualità, insieme alla cura dell’estetica, dall’arredamento degli ambienti in cui si muovono i personaggi, ai vestiti di Anastasia scelti con gusto, fino alle macchine che affollano il garage di Mr. Grey. Dopo il primo film diretto da Sam Taylor-Johnson, la regia è stata affidata a James Foley che per Cinquanta Sfumature di Nero era riuscito a convincere in parte pubblico e critica, ma in questo caso ha mollato completamente gli ormeggi per lasciarsi andare alla mediocrità. Per questo è facile intuire che il merito di questo fallimento sia soprattutto di Niall Leonard che non ha reso giustizia al romanzo della moglie, sviluppando una sceneggiatura confusa, cronologicamente folle e dalla forma imbarazzante. Forse Mr. Grey dovrebbe prestare le manette ad E.L. James per non permettere più al marito di mettersi a lavoro su un altro copione prossimamente.

Certo, leggendo questa recensione forse non viene voglia di correre al cinema a vedere Cinquanta Sfumature di Rosso, ma in realtà questo film è una commedia perfettamente riuscita. Ci si diverte e si ride di cuore per i dialoghi e situazioni improbabili che trovano protagonisti Christian Grey e Anastasia Steele, come poche altre commedie degli ultimi anni. Quindi vi consigliamo di non perdere questa occasione.