La nostra vita non ci appartiene. Dal grembo materno alla tomba, siamo legati agli altri. Passati e presenti. E da ogni crimine, e da ogni gentilezza, generiamo il nostro futuro“.

Si basa interamente su questa riflessione Cloud Atlas, il nuovo film dei fratelli Wachowski e Tom Tyker tratto dall’omonimo romanzo di David Mitchell, che porta sul grande schermo una storia ambiziosa e spettacolare con un cast stellare che vede Tom Hanks, Hugh Grant, Halle Barry, Jim Sturgess, Susan Sarandon e tanti altri, ricoprire svariati personaggi differenti grazie ad un make up da Oscar. Nell’arco di cinque secoli si intrecciano numerose storie di epoche diverse, delineando tante dimensioni parallele che mischiano azione, mistero, paura, sogno e dramma. E’ difficile descrivere la sinossi di questo film o collocarlo in un genere cinematografico specifico, perchè vedere Cloud Atlas dà la sensazione di vedere sei film contemporaneamente, che convergono per pochi minuti, ma poi vanno ognuno segue una propria direzione.

Gli acclamati registi della trilogia di Matrix, tornano dietro la macchina da presa, realizzando un progetto davvero coraggioso, nel quale è difficile tenere le redini del tutto e trasmettere il senso profondo e complessivo del film allo spettatore, che comunque fatica a seguire ben tre ore di proiezione. Il filone centrale è dato da queste anime diverse che muoiono e rinascono in tante epoche, ritrovando i legami con altre anime che in un modo o nell’altro fanno sempre parte della loro esistenza. Quante volte capita di sentire vicina una persona anche se la conosciamo da appena cinque minuti? Forse era presente in altre nostre vite possibili, ogni volta in un’altra forma e ruolo. Su questo si sofferma Cloud Atlas, dando ad ogni attore l’incredibile responsabilità di impersonificare tanti diversi ruoli nello stesso film, ognuno tuttavia reso in modo impeccabile. La struttura narrativa generale è tuttavia da considerare all’interno dello schema di un film di pura fantascienza, intrisa però di una buona dose di surreale e simil-mistico che trasportano in un’atmosfera drammatica originale. La commedia inglese e il romanticismo europeo si fondono con gli scenari di Breaveheart  e lo stile futuristico di Blade Runner e Il Quinto Elemento.

L’idea di base di Cloud Atlas è buona e nel complesso il film è da vedere, sia per le straordinarie interpretazioni del cast, sia per le affascinanti scelte registiche e scenografiche, ma spesso il film cade nel caos ed è difficile capire dove vuole andare a parare la storia che, forse, mette troppe cose in pentola, soffocando l’emozione con un sentimento di smarrimento. Al cinema dal 10 Gennaio 2013.

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