Critica da polverone o visione universale in “The Ides of March”?

The Ides of March, l’ultimo film di George Clooney, che ha soddisfatto pubblico e critica allo scorso Festival di Venezia, arriverà nelle sale italiane il prossimo 28 dicembre, distribuito dalla 01 Distribution. Negli Stati Uniti il film uscirà il 7 ottobre, in tempo per la corsa verso la notte per gli Oscar.

Il protagonista è Ryan Goslin, il ragazzo prodigio che ha lo sguardo del pubblico più attento puntato addosso dal weekend appena trascorso, in cui il cartellone di Drive ha campeggiato nei cinema italiani. Nella sua prossima fatica Goslin vestirà i panni del  talentuoso addetto stampa di Morris (George Clooney), candidato democratico alle presidenziali. Il resto del cast è composto da attori fantastici come: Paul Giamatti, Philip Seymour Hoffman, Marisa Tomei ed Evan Rachel Wood. La sceneggiatura si ispira alla pièce teatrale Farraught North, dal nome della fermata della metro nel quartiere dei lobbisti di Washington. Clooney ha affermato che, se avesse mantenuto il titolo scelto da Beau Willimon, non sarebbe stato semplice per il pubblico capire il senso del film, perciò ha scelto di fissare le primarie, attorno a cui ruota il film, il 15 di marzo, in modo tale da poter evocare l’assassinio di Giulio Cesare, perpetrato da amici scesi a compromessi con i nemici.

Pare che il personaggio di Stephen Meyers(Goslin) sia stato ispirato da Jon Favreau, l’enfant prodige autore dei discorsi del Presidente Obama, compreso quello in cui veniva pronunciato il famoso slogan “ Yes, We Can”. La campagna elettorale, messa in scena nel film, sarebbe invece quella del Governatore democratico del Vermont, Howard  Dean, a cui Willimon ha partecipato come sostenitore. Dean fu sconfitto dai repubblicani nel 2004 ed è passato alla storia per il discorso pronunciato nell’Iowa conosciuto come “I Have a Scream”.

Clooney ha dichiarato di non aver avuto l’intenzione di criticare il partito democratico, mentre progettava questo film e di non aver reso Morris un candidato repubblicano, per non sollevare un polverone. La cosa certa però è che Clooney è un democratico, ma sarà stato capace di evitare le critiche politiche  e realizzare qualcosa di più universale? Per saperlo non ci resta che aspettare la fine di dicembre.