Dopo Nameless – Entità nascosta, il successo internazionale Darkness e Rec 1 e 2, che sono stati accolti molto bene da critica e pubblico suscitando subito l’interesse del mercato americano che ha voluto farne il remake Quarantena, il regista Jaume Balaguerò torna a terrorizzare il suo pubblico con il nuovo film Bed Time (Mientras Duermas) in sala dal 27 luglio 2012. “Mi sono immediatamente innamorato della classica storia piena di suspense e di misfatti e , anche se si tratta di una formula abusata, quello che mi ha affascinato di questa storia è stata la sua aderenza alla realtà e alla vita di tutti i giorni. Per me questo è l’aspetto che la rende davvero attraente e terrificante” ha affermato Balaguerò riguardo a questo suo nuovo progetto.

Distribuito dalla Lucky Red, Bed Time si ispira all’omonimo romanzo di Alberto Marini e racconta l’inquietante storia che si svolge tra le mura di un ricco palazzo di Barcellona. Il portiere è un uomo apparentemente innocuo e disponibile che, in realtà, nasconde un’oscura identità. Depresso cronico, Cesar (Louis Tomar) non riesce ad essere felice e l’unica ragione che trova per continuare la sua vita è rendere infelici tutte le persone che lo circondano. In particolare una vera e propria sfida per lui è Carla (Marta Etura), una ragazza che ha sempre il sorriso sulle labbra, finchè Cesar non le rende la vita un inferno. Il punto di forza della storia è proprio il suo stretto contatto con la realtà, sia per quanto riguarda lo script, sia per i personaggi, estremamente plausibili e normali. Cesar, incredibilmente solo e disturbato, è un uomo pericolosamente reale, che potremmo avere tranquillamente come vicino di casa, idraulico, portiere etc… Balaguerò gioca proprio sul sospetto e la possibilità che ogni spettatore abbia dei conoscenti nella vita di tutti i giorni tra cui ci potrebbe essere un Cesar pronto a rompere ogni equilibrio.

Non potete neanche immaginare cosa voglia dire alzarsi ogni mattina senza un motivo e una ragione per cui vivere” così apre e chiude il film, la voce fuori campo dell’assassino interpretato da un perfetto Louis Tomar, a sottolineare la disperazione e l’estrema solitudine che spingono quest’uomo ad invadere la vita di una giovane ragazza solare e ottimista, nascondendosi ogni notte sotto il suo letto, drogandola e rendendo la sua quotidianità un incubo ad occhi aperti. Un Norman Bates spagnolo, custode di una realtà chiusa, di cui solo la madre malata in un letto di ospedale conosce la vera natura psicotica. Il film costruito su una trama di per sé avvincente e interessante, si perde nel ritmo e nella struttura narrativa, a tratti troppo descrittiva e poco pratica. Il regista si fa prendere troppo dai dettagli e da una cura maniacale dei movimenti e pensieri di Cesar, dando vita a scene e dialoghi ripetitivi e deboli. Rispetto ai precedenti lavori, egli lascia da parte il suo stile personale che lo contraddistingue come regista e non riesce a trasmettere quella suspense e adrenalina che invece si respira in film come Rec e Darkness.

Molte azioni sono facilmente prevedibili e, la ripetitività non permette alla paura di farsi strada nello spettatore che già immagina cosa sta per accadere nella scena successiva. Tuttavia il cast e la regia sono convincenti e il film si può considerare un discreto thriller d’autore che porta avanti il film di genere spagnolo senza troppe pretese. Sono latitanti le emozioni che ci si aspetta di provare davanti una trama di questo genere: paura, terrore e ansia.

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