La Macchinazione, la recensione del thriller con Massimo Ranieri sul delitto Pasolini

L’estate del 1975 viene ricordata per il misterioso delitto di Pier Paolo Pasolini. Dietro l’omicidio del regista di Accattone non c’è il giovane ragazzo di borgata Pino Pelosi ma la criminalità organizzata. Questa è la tesi di David Grieco che, ne La macchinazione, riapre il caso analizzando i fatti accaduti tra l’agosto e il novembre del 1975. Mentre Pasolini (Massimo Ranieri) ultima il montaggio di Salò conosce Pino Pelosi (Alessandro Sardelli), un adolescente di borgata con cui inizia una relazione che suscita il sarcasmo della periferia romana. Nel frattempo incontra Giorgio Steimetz (Roberto Citran), l’autore del libro di denuncia Questo è Cefis, sollevando l’interesse dei servizi segreti sulla stesura del romanzo Petrolio, un atto di accusa contro il potere politico ed economico dell’epoca. Quando viene rubato il negativo di Salò dagli stabilimenti romani della Technicolor, Pasolini fa di tutto per riaverlo indietro. L’incontro avviene nella notte tra il primo e il due novembre del 1975 all’Idroscalo di Ostia; una trappola pianificata nei minimi particolari da una criminalità che successivamente diventerà padrona della città.

la macchinazione

Dopo il disastro firmato da Abel Ferrara, David Grieco riapre il caso sulla morte di Pier Paolo Pasolini. L’intento è ammirevole perché La macchinazione, a distanza di quaranta anni dall’omicidio del regista di Uccellacci e uccellini, cerca la verità ma i difetti dell’opera sono sicuramente più dei pregi. La regia eccessiva, la sceneggiatura debole e la recitazione grossolana dei co-protagonisti stonano con il cinema-verità di riferimento. Così, mentre vediamo alcuni retroscena del lavoro Pasoliniano, veniamo circondati dalle musiche dei Pink Floyd, da scelte di regia pop (il negativo che apre le varie scene, lo slow-motion) e da battute che ricreano in modo forzato la romanità della borgata. Massimo Ranieri ha bisogno di un paio di occhiali per regalare un’altra delle sue straordinarie performance ma è Alessandro Sardelli il punto di forza della pellicola di Grieco; il giovane esordiente emoziona con una rappresentazione autentica e sincera di Pino Pelosi, l’ingenuo ragazzo di borgata usato come capro espiatorio dalla criminalità organizzata. Il quadro originale e provocatorio che emerge da La macchinazione apre così una parentesi inedita sulla morte di una delle più grandi personalità della cinematografia italiana; un obiettivo importante che, grazie al convincente epilogo e al coraggio di Grieco, salva in parte La macchinazione da una serie di debolezze che purtroppo ne inficiano la qualità.

La Macchinazione verrà distribuito da Microcinema in 120 sale italiane il 24 marzo 2016.

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