Enrico Rava al Biografilm 2016: “Vorrei lavorare con Clint Eastwood”

Nella sezione del Biografilm 2016 dedicata alla musica sarà presentato il film Miles Ahead diretto da Don Cheadle, applaudito alla scorsa edizione della Berlinale con una nuova visione del mitico Miles Davis. Ma a Bologna c’è spazio anche per il talento made in Italy con Enrico Rava. Note Necessarie, il documentario realizzato da Monica Affatato che racconta la figura del grande musicista jazz di Torino, che ha lasciato il segno negli anni ’60 e ’70. “A 22 anni ho iniziato a suonare con Gato Barbieri che mi ha portato con lui a Roma e mi ha fatto capire che la passione poteva diventare un lavoro, per il quale grazie a Dio mi pagano abbastanza bene” ha raccontato rilassato e disponibile a Bologna dietro i suoi occhiali scuri. Dopo aver raccontato la figura di Demetrio Stratos nel 2009, Monica Affatato porta al Biografilm questo sguardo intimo ed ammirato di un artista guidato dal talento e dall’istinto, che è stato sconvolto dalla musica e ha deciso di seguirla con una grande capacità di improvvisazione. Se non avessi fatto questo lavoro probabilmente sarei finito molto male, perchè lavoravo in un’azienda di famiglia che si occupava di trasporto internazionale, mi svegliavo la mattina e ero disperato pensando che avrei dovuto fare per sempre” ha aggiunto, sottolineando la natura rivoluzionaria del jazz che non può essere guidato da regole, ma vive di una libertà espressiva unica, senza catene, come si sentiva lui agli inizi della sua carriera.

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Enrico Rava. Note Necessarie ripercorre la storia professionale e personale del famoso trombettista influenzato da Miles Davis, Louis Armstrong e altre importanti personalità musicali, attraverso materiale di repertorio, interviste e momenti della vita quotidiana di Rava tra i preparativi di un concerto e i momenti in cui la creatività fluisce in piena libertà. “Di natura sono molto pigro e non ho mai voluto studiare, quindi sono analfabeta per quanto riguarda la musica. Ma ho sempre saputo suonare quello che sapevo suonare” ha spiegato Rava, confermando l’importanza dell’improvvisazione nel jazz, che è stato un genere musicale nato in un periodo storico difficile e segnato da problemi sociali e politici. La regista riesce a cogliere l’essenza creativa dell’artista e dell’uomo con una biografia allergica alla cronologia ma comunque lineare ed emozionante. Interviste esclusive a Roswell Rudd, Michelangelo Pistoletto, Carla Bley e il fumettista Francesco Tullio Altan che permette di analizzare anche la passione di Rava per il disegno e il fumetto. “Quando è uscito Tex è diventato subito il mio idolo perchè da un lato era un ranger e dall’altro anche capo dei navajo, quindi univa in sè i pelle rossa e i ranger che sembravano due cose incompatibili. Poi abito a Chiavari dove c’è un’importante scuola del fumetto”.

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Rava appare quindi come un innamorato dell’arte in senso lato, e si comprende il suo talento naturale che lo ha reso unico nella storia della musica. Per quanto riguarda il cinema confessa di voler “lavorare con Clint Eastwood che ha anche un figlio bassista jazz”, e dal documentario si evince anche una particolare propensione nel lavorare con i giovani e offrire loro l’opportunità di sognare e rincorrere una passione. Riflettendo tuttavia, sulla scena culturale e artistica attuale non gli viene in mente qualcuno che stia facendo la differenza, anche perchè nella storia si sono vissute delle epoche di cambiamento e il presente sembra un po’ imprigionato in una staticità convenzionale e paralizzata. Come dice lui stesso “uno come Prince o come Michael Jackson non c’è più. Jackson per esempio si è inventato il video musicale perché prima di lui facevano schifo. Oppure Lady Gaga ha una sua forza che le riconosco“.

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