La Famiglia Bèlier, la recensione di un film per tutti

In Francia ha sbancato al box office, oltre 7 milioni e in Italia vedrà la sua uscita il 26 Marzo con la Bim. È la commedia di Eric Lartigau: La famiglia Bèlier. Un film per gli amanti della musica, del canto corale, delle politiche sociali e di quelle giovanili.

TRAMA LA FAMIGLIA BÈLIER

Paula (Louane Emera) ha 16 anni ed è la primogenita di una famiglia di sordomuti, a cui fa da interprete per la gestione della loro fattoria, della vendita dei formaggi ed anche per l’idea bizzarra del padre di candidarsi a sindaco. Ma un giorno le cose cambiano. Spinta dal suo insegnante di musica, il signor Thomasson (Eric Elmosnino) che le scopre il suo dono per il canto, la ragazza decide di fare le selezioni per una nota scuola di canto parigina. Una scelta che implicherà sofferenza, indecisione, gioia, voglia di libertà.

la famiglia belier

RECENSIONE

“Quello che mi interessava” spiega Lartigau nelle note di regia – “era innanzitutto il tema della partenza, della separazione vissuta come una lacerazione. È possibile lasciarsi con dolcezza? È possibile amarsi profondamente senza vivere in simbiosi? Come lasciare a ciascuno il suo spazio di libertà? Che ne è del nostro sguardo sull’altro quando cresce ed evolve? E il fatto di amarsi molto non vuol dire necessariamente che ci si ama bene. In una famiglia, che cosa aiuta a costruire, che cosa serve per andare avanti, che cosa ci fa soffocare? Dove posizionare il cursore in queste scelte?”. Per Louane Emera, vincitrice del premio Cèsar come migliore emergente dell’anno e salita alla ribalta grazie al talent The Voice, si prepara il distacco. E l’aspetto paradossale è che a portarla via dalla famiglia potrebbe essere proprio quella voce che i suoi non possono neppure comprendere.

Una commedia delicata, divertente e frizzante con qualche asprezza e un piccolo insegnamento: “l’esser sordomuti non è un handicap. È un’identità” saranno le parole del padre, Rodolphe Bèlier. Insomma, un mondo silenzioso che si fa sentire, un mondo che vuole abbracciare l’idea in cui ogni persona, udente o sorda che sia, possa sentirsi realizzata e non vivere obbligatoriamente nell’ombra. Una storia in cui ci si rispecchia: chi non si è mai trovato davanti ad un bivio? L’amore o la carriera ?La famiglia o i sogni? Crescere significa anche questo: dispiegare le ali, portando nel cuore le persone che si amano.  Un film che tocca ogni corda: dal riso, a qualche lacrima che scende involontaria a riflessioni. Basta lasciarsi trasportare dalle note di “Je vole” per entrare nella parte del protagonista e iniziare il proprio viaggio.

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