Brutti e Cattivi, l’irritante delirio di Cosimo Gomez

Signori io non vi ho mentito, avete visto coi vostri stessi occhi i mostri viventi del nostro serraglio. Voi ne avete riso o provato ribrezzo, tuttavia se lo avesse voluto la natura beffarda, anche voi potreste essere come loro. Non hanno chiesto loro di venire a questo mondo, eppure sono qui tra noi. Si riconoscono in un codice che nessuno ha mai scritto. Offendetene uno, e si sentiranno offesi tutti quanti” recitava il presentatore nel film Freaks del 1932 diretto da Tom Browning.

Un’umanità abietta

Lo scenografo Cosimo Gomez debutta dietro la macchina da presa con Brutti e Cattivi, un film che strizza chiaramente l’occhio al vecchio cult grottesco, oltrepassando i limiti del buongusto e spingendosi all’eccesso sotto ogni punto di vista. Papero, Ballerina, Il Merda e Plissè sono i protagonisti di questa avventura disordinata e lurida che sarà nelle sale italiane dal 19 Ottobre distribuita da 01 Distribution. Papero non ha le gambe, Ballerina non ha le braccia, mentre Il Merda è strafatto 24h e Plissè è un nano criminale e pervertito. Questo gruppo amorale con una evidente disabilità pianifica una rapina in banca, ma le cose non vanno secondo i piani e un gioco folle di tradimenti, omicidi e violenza procede vorticoso verso il finale.

Un circo folle e volgare

Claudio Santamaria e Marco D’Amore così non li abbiamo mai visti, nei panni di due personaggi sopra le righe, trucidi e tamarri. In una prima parte del film questa novità riesce a strappare qualche risata, ma  dopo breve tempo l’effetto è semplicemente irritante. Perfavore ridateci Jeeg Robot! Un Alex De La Iglesia venuto male che scade in un trionfo irriverente di cinismo, kitsch e pulp. La sceneggiatura è fastidiosamente volgare e non risparmia nessuno, dai soggetti con menomazioni fisiche ridotti a rappresentanti di un’umanità imbarazzante ed egoista, ad una Chiesa caricaturale con un prete improbabile e cori che gridano “Voglio essere taggato dal Signore”. La trama banale non aiuta il coinvolgimento dello spettatore, anche se la regia funziona.

Non manca una componente splatter, uno sguardo superficiale e greve alle realtà difficili della nostra società come il business della prostituzione, ed effetti speciali improvvisati come l’apparizione ridicola di una divinità africana. Brutti e Cattivi non è altro che una parabola trash e coatta difficile da digerire, e una delle più grandi delusioni di Venezia 74.