Una coppia in crisi sentimentale ed economica con un pesante lutto alle spalle; lei proprietaria di una libreria per bambini, lui a capo di una fabbrica di giocattoli. Due genitori all’apparenza sereni ma che in realtà soffrono per la mancanza di un figlio che non arriva…. Almeno finchè uno strano e brillante piccolo uomo di soli 7 anni si presenterà alla loro porta.

Presentato in concorso nella sezione Alice nella città, Foster rappresenta una tenera, divertente ma anche amara storia che riesce a comunicare argomenti attuali (vedi la crisi economica) e difficili (la perdita di un figlio) in maniera semplice e delicata. Il regista inglese Jonathan Newman si muove tra realtà e fantasia in cui perno centrale non sono tanti i fatti quanto le interpretazioni degli attori: convincente è l’alchimia tra una Toni Collette (Zooey) sempre in gran forma e uno Ioan Gruffudd (Alec) ben calato nella parte. A trascinare veramente il film però è la splendida prova attoriale del piccolo Maurice Cole nella veste di Eli, un bambino genietto dai capelli color pel di carota e vestito sempre nell’impeccabile completo giacca e cravatta. La storia è lineare e indirizzata principalmente verso un pubblico giovane ma questo non sminuisce la presenza di problematiche attuali e spunti di riflessione che arriccoscono il racconto e che, insieme alla presenza di numerosi dialoghi divertenti, lo rendono interessante e godibile anche per un pubblico adulto.

Foster preso per quel che è si lascia amare sequenza dopo sequenza.