Il giornalismo d’inchiesta al cinema, da Marco Risi a Cate Blanchett

Quante volte avete avuto la sensazione che alcune notizie di cronaca nera o scandalosi casi giudiziari fossero frutto della mente dei migliori sceneggiatori di Hollywood? Senza dubbio questo pensiero sarebbe stato molto più confortante, rispetto alla realtà che ci circonda. Il cinema non è solo finzione, il cinema prende spunto dalla realtà e lo sanno bene i registi che negli ultimi 25 anni si sono cimentati nella direzione di film che ripercorrevano le inchieste più famose e sconvolgenti della nostra epoca. L’America e l’Italia hanno saputo sfruttare bene questo filone, regalando film indimenticabili e che hanno portato dietro di loro un’enorme risonanza. Questo 2016 iniziato da appena 3 mesi, ha visto nelle sale ben due film con protagonista assoluto il giornalismo d’inchiesta. Quello fatto seriamente, quello portato avanti in prima persona, a testa alta, senza la paura di perdere il posto di lavoro o la vita, con l’unico intento di porre i riflettori su scandali ed insabbiamenti da parte di alcune persone di potere nei confronti dei più deboli. Tra le tante pellicole, prima di passare a grandi film di Hollywood, è doveroso accennare anche i casi di casa nostra. In particolare il primo in ordine di tempo, è del 1991 con Il muro di gomma di Marco Risi, nel quale un giornalista per ben dieci anni cercò di indagare sull’incendio di Ustica nel quale persero la vita 81 persone. Il caso Ilaria Alpi – Il più crudele dei giorni (2003) di Ferdinando Vicentini Orgnani con protagonista Giovanna Mezzogiorno, nel ruolo della giornalista del TG3 tragicamente assassinata in Somalia, nel 1994. Ed infine, Fortapàsc di Marco Risi, ripercorre gli ultimi movimenti del giornalista Giancarlo Siani, prima di essere brutalmente ucciso dalla camorra nel 1985, per alcune indagini pubblicate sul quotidiano de Il Mattino di Napoli. Detto questo, ora dedichiamoci ai film che hanno scritto in parte, la storia del giornalismo americano e non solo.

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Insider (1999) diretto da Micheal Mann, racconta la storia di Jeffrey Wigand (Russell Crowe) un’informatore dell’industria del tabacco che nel 1995 denunciò il programma d’informazione televisiva ’60 Minutes della CBS per un’alterazione nella composizione chimica delle sigarette. A convincerlo nel fare la denuncia fu il produttore Lowell Bergman, interpretato da Al Pacino.

Good Night and Good Luck (2005) diretto da George Clooney e girato in bianco nero. La vicenda riguarda l’anchorman Edward R. Murrow interpretato da David Strathairn, che nel 1953 venne a conoscenza di una lista di proscrizione redatta dal senatore Joseph Mc Carthy. All’interno di questo foglio erano scritti dei nomi molto scomodi, sospettati di appartenere al filone comunista, ed inseriti tra l’altro arbritariamente, senza un processo. Murrow condusse un ciclo di puntate dal titolo See It Now, nelle quale denunciò le violazioni delle libertà civili, finendo nella black list del Senatore, che lo accusò di avere rapporti con l’Unione Sovietica.

Zodiac (2007) di David Fincher, riguarda il caso del killer dello Zodiaco, (sconosciuto ancora oggi) che tra gli anni ’60 – ’70 seminò il terrore nelle strade di San Francisco. Un trio di attori composto da Robert Downey Jr., Mark Ruffalo e Jake Gyllenhaal.

Frost/Nixon (2008) di Ron Howard, riprende le interviste di Nixon del 1977, registrate dal giornalista David Frost. Investì ben 200 mila dollari nell’impresa, rischiando tra l’altro di rivinarsi la carriera ed il suo futuro. Nixon accettò con lo scopo di rifarsi dallo scandalo, ma il giornalista riuscì a fargli ammettere i propri errori davanti le telecamere, subendo quel processo mai avvenuto in un tribunale.

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Ed eccoci ai giorni nostri. Tematiche differenti l’uno dall’altro, ma con la speranza e la volontà di far al meglio il proprio lavoro. Vedere questo genere di film va ben oltre, la sola visione. Trattandosi di storie realmente accadute, il pubblico dovrebbe immedesimarsi maggiormente nelle vicende raccontate.

Il Caso Spotlight (2015) di Tom Mc Carthy, candidato per ben 6 Oscar, è riuscito a portare a casa solo la statuetta (forse)più importante, quella come Miglior Film ai Premi Oscar 2016. Basato sulle denunce di alcuni casi di pedofilia avvenuti all’interno della diocesi cattolica di Boston, il gruppo di giornalisti capeggiata da Mark Ruffalo, si adoperò in tutti modi per far trionfare la giustizia delle piccole vittime. Nel 2003 i giornalisti in questione vinsero il premio Pulitzer per questa indagine.

Truth – Il prezzo della verità (2015) di James Vanderbilt, è tratto dal libro The Truth and Duty: The Press, The President and The Privilege of the Power, scritto dalla giornalista Mary Mapes. Sarà proprio lei la protagonista, interpretata da Cate Blanchett insieme all’anchorman della CBS Dan Rather, alias Robert Redford. La vicenda è datata 2004, quando George W.Bush era in lizza per ottenere il secondo mandato per la Presidenza alla Casa Bianca, e il canale in questione decise di trasmise un servizio nel quale veniva accusato di non aver fatto parte della Texas Air National Guard (il Corpo dell’aviazione del Texas) durante la guerra del Vietnam come invece aveva dichiarato precedentemente in varie occasioni. I documenti ritrovati, sui quali si basavano le accuse dei giornalisti, si rivelarono inattendibili, tanto da mettere sotto la lente di ingrandimento la vita della Mapes e di Rather, con terribili conseguenze per entrambi. In uscita il prossimo 17 marzo 2016.