Eric Bana, non appena letta la sceneggiatura di questo progetto si era pronunciato così: «Il soggetto mi ricorda.. nulla – pensavo – Non ho mai visto questo genere di film prima d’ora”. È questa la sensazione che si ha guardando Hanna, il nuovo film del regista Joe Wright (il Solista, Orgoglio e Pregiudizio), uno psico-thriller d’azione, a tratti dal ritmo concitato, a tratti riflessivo che va a toccare molti punti della natura umana in tutta la sua complessità, analizzata dal punto di vista di una ragazza adolescente che di umano ha ben poco a dir la verità.

Girato tra Europa e Marocco, questo action-movie ripercorre la storia di questa sedicenne, Hanna (Saoirse Ronan) per l’appunto, che non ha nulla in comune con le sue coetanee a partire dalla sua adolescenza, vissuta nelle zone selvagge del nord della Finlandia, lontano dal resto del mondo,  insieme a suo padre Erik (Eric Bana), ex-agente della CIA. ­In questo limbo, Erik ha insegnato ad Hanna a cacciare, l’ha addestrata con esercizi speciali di autodifesa e l’ha educata con il solo uso di un’enciclopedia e di un libro di favole. La sua educazione ed il suo addestramento sono un tutt’uno, entrambi orientati a renderla l’assassino perfetto. Questo perché la sua famiglia ha parecchi conti in sospeso con persone pericolose ed Hanna potrebbe non essere mai pronta per affrontarle. Eppure arriva il momento, entra in contatto con il mondo per la prima volta e deve combattere per la sua vita, si separa da Erik e inizia la missione a cui era stata destinata da sempre. Il piano è semplice, un unico obbiettivo, uccidere Marissa Wiegler (Cate Blanchett), una spietata agente che per lungo tempo ha tenuto nascosti i segreti che la legano alla famiglia di Hanna ed Erik. Certo la Wiegler non ha lasciato nulla al caso e in tutti i modi cerca di interporsi tra lei ed il padre che si sarebbero dovuti rincontrare a Berlino, ma la storia ha in serbo ben altre sorprese per Hanna, a partire da rivelazioni sulla sua vera natura.

Un film del genere non è di certo facile da realizzare, non è compito semplice far restare incollato lo spettatore allo schermo seguendo una storia che a tratti può apparire surreale ed incomprensibile. Wright c’è riuscito ed ha curato ogni minimo particolare, dall’incipit tutto tarantiniano, fino alla scelta della colonna sonora, interamente affidata al duo elettronico inglese dei Chemical Brothers, che ha reso perfettamente l’atmosfera altalenante tra angoscia ed azione tra ritmo forsennato e momenti di riflessione.

La parta della protagonista non poteva non essere affidata a Saoirse Ronan, che con Wright aveva già collaborato al film Espiazione, e che le era valso un Academy Awards, un Golden Globe ed altre innumerevoli nomination in tutto il mondo, tutti premi al merito di una recitazione al di sopra dell’età dell’attrice. Certo una protagonista di questo calibro non poteva non avere come antagonista un’attrice perfetta in tutto, dalla bellezza eterea fino alla spietata maniacalità nelle espressioni. Questo è Cate Blanchett, che calatasi perfettamente nella parte, è riuscita a rendere un personaggio profondamente controverso, spietato sì ma non a cuor leggero e tormentato da mille sensi di colpa.

Il film, in uscita il 12 agosto, periodo non proprio ottimale per il box office, vanta tra gli altri, attori del calibro di Tom Hollander, Olivia Williams e Jason Flemyng che accompagnano la protagonista in tutto il suo folle viaggio alla ricerca di una meta che probabilmente riuscirà a trovare solamente sul finale della storia, per quanto comunque molto è lasciato al commento ed all’interpretazione dello spettatore. uest