Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 1, la recensione

Il 20 novembre uscirà in tutti i cinema italiani la prima parte del terzo attesissimo Hunger Games: Il Canto della Rivolta. Diretto da Francis Lawrence, il terzo capitolo della saga creata da Suzanne Collins riparte esattamente dal finale del precedente film: Katniss (Jennifer Lawrence) è riuscita nell’incredibile impresa di distruggere gli Hunger Games, ma Peeta (Josh Hutcherson) e molti altri tributi dell’ Edizione della Memoria sono stati fatti prigionieri da Capitol City. Dopo essere stata salvata dai ribelli Katniss viene portata nel Distretto 13 che, a differenza di ciò che tutti pensano esiste ancora, anche se nel sottosuolo. Presiede il Distretto 13 la Presidente Coin (Julianne Moore) con il supporto di Plutarch (Philip Seymour Hoffman), entrambi intenzionati a fare della ghiandaia imitatrice il simbolo della ribellione contro Capitol City. Ma Katniss fa fatica ad adattarsi alle bieche operazioni commerciali di Plutarch, così decide di visitare i Distretti per fare delle riprese televisive da trasmettere in tutta Panem ed incitare così i dissidenti alla rivolta. Ma il Presidente Snow (Donald Sutherland) ovviamente risponde col fuoco, uccidendo chiunque possa essere anche lontanamente associato alla ghiandaia imitatrice. Nel frattempo al celebre show di Caesar Flickerman (Stanley Tucci) viene intervistato un Peeta totalmente assoggettato al controllo di Capitol City.

hg1Nel 2010 la Warner Bros ebbe la geniale idea di dividere l’ultimo Harry Potter in due capitoli in modo da raddoppiare gli incassi. Da allora quella che era stata un’ ottima operazione di marketing è diventata una vera e propria moda ad Hollywood, seguita anche dalla Summit Entertainment con la sciapa saga di Twilight. La Lionsgate ovviamente non poteva essere da meno: perché rinunciare ad un sicuro incasso doppio di una saga campione al box office come Hunger Games? La risposta la conosciamo tutti. Infatti dopo gli 864 milioni di dollari incassati da La Ragazza di Fuoco e gli altrettanti milioni che incasserà questa prima parte de Il Canto della Rivolta sicuramente il prossimo capitolo di Hunger Games, con la scusa di essere l’ultimo, distruggerà tutti i record precedenti, portando Hunger Games nell’olimpo delle saghe più redditizie della storia del cinema. Ma, tralasciando l’aspetto meramente economico del film, prima di gioire degli incassi della Lionsgate, è importante considerare quanto queste scelte commerciali abbiano inciso sulla qualità stessa del prodotto. E la risposta è purtroppo: tanto. Infatti quello che avrebbe dovuto essere un capitolo unico, pensato e sviluppato con un equilibrio caratterizzato da una prima parte più riflessiva e una seconda parte più epica, è diventato un capitolo doppio, in cui ovviamente la prima parte ha solo il mero compito di preparare lo spettatore alla seconda, prevista per novembre 2015. Ma questa scelta, geniale dal punto di vista economico, risulta decisamente inefficace dal punto di vista cinematografico. Perché il bravissimo Francis Lawrence, dopo aver realizzato uno di quei rari sequel migliori dell’originale, avrebbe potuto dirigere un terzo capitolo altrettanto epico e completo. Eppure trovatosi a dividere in due il suo lavoro, ha ovviamente dovuto riportare tutto, anche gli aspetti meno interessanti, della prima parte del romanzo della Collins. E questo ovviamente fa partire svantaggiato il film.

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Ma andiamo avanti. Tralasciando la comprensibile operazione commerciale e gli effetti negativi sulla resa del film, Il Canto della Rivolta – Parte 1 ha comunque molti aspetti interessanti. Troviamo una geniale critica ai mass media (Katniss si ritrova a girare promo davanti ad un green screen per il Distretto 13 proprio come la sua interprete Jennifer Lawrence è stata abituata a fare per la promozione del film), effetti speciali sempre più spettacolari e degli interpreti eccezionali, nonostante la Katniss di questo terzo capitolo appaia molto meno iconica e guerriera dei primi due. Ma questi aspetti non bastano a fare de Il Canto della Rivolta un sequel all’altezza dei precedenti. Forse perché questa prima parte non è propriamente un film, ma solo un trampolino di lancio per il prossimo che chiuderà una volta e per tutte la saga. Speriamo solo che Francis Lawrence nel prossimo capitolo riesca ad amalgamare meglio il tutto, non contrapponendo ai tempi lenti ed alla poca azione di questa prima parte, un eccesso di esplosioni e bombardamenti nella seconda. Solo il tempo ce lo dirà. Per ora possiamo solo continuare a fare il tifo per Katniss Everdeen e sperare in un finale epico che chiuda la saga con la stessa dignità con cui il bravo Gary Ross l’ha iniziata.

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