I disegni di Antonio Canova al Museo di Roma Palazzo Braschi

Solea gittare in carta il suo pensiero con pochi e semplicissimi tratti, che più volte ritoccava e modificava”. Leopoldo Cicognara descrisse così l’urgenza di Canova di segnare su un supporto materiale l’idea e l’immaginazione che attraversavano la sua mente in maniera frenetica e bizzarra. Antonio Canova è stato scultore, pittore e disegnatore. È stato intendente e intenditore. È stato uomo d’arte e di politica. È stato l’artista sublime che ha incantato il mondo con una delle opere più ammirate, Amore e Psiche, oggi conservata al Louvre. Lo scultore racchiude tutto in un’unica passione: il disegno, ossia la somma espressione del pensiero dell’opera e il ricordo di esperienze di vita, di studio e di lavoro. Passione e ragione vanno di pari passo nel segno deciso e vibrante di Canova.

Per conoscere la profondità e la complessità di questo artista, Palazzo Braschi a Roma ospita la mostra Canova. Il segno della gloria. Disegni, dipinti e sculture, in programma sino al 7 aprile prossimo venturo, con ben 79 disegni selezionati dai 1800 conservati al Museo Civico di Bassano, la più grande raccolta al mondo di opere grafiche di un artista. Accanto ad essi sono esposti 15 acqueforti, 6 modelli originali in gesso, 4 tempere, un dipinto ad olio, due terrecotte e due marmi per proporre la variegata attività artistica del primo artista della modernità. Curata da Giuliana Ericani, l’esposizione indaga il disegno lungo due strade parallele: da una parte sul piano stilistico, affrontando le caratteristiche e il rapporto con gli artisti contemporanei, dall’altra sul piano dell’idea originaria. “Una mostra che offre un punto di vista differente da quello usuale permettendo al pubblico di comprendere cio’ che si cela dietro le grandi opere dell’artista. Dall’ispirazione all’opera. Un percorso sulle tracce dell’idea, un viaggio interessante che ripercorre la storia di un genio all’interno del disegno” ha sottolineato l’Assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale Dino Gasperini.

Ho letto che gli antichi una volta prodotto un suono erano soliti modularlo, alzando e abbassando il tono senza allontanarsi dalle regole dell’armonia. Così deve fare un artista che lavora ad un nudo” disse Canova. Così deve fare un artista che lavora alla bellezza. Lui, superbo maestro del Bello. Ideale. Materico. Plastico.