Jared Leto ha vinto pochi giorni fa l’Oscar come Miglior Attore Non Protagonista per il suo ruolo in Dallas Buyers Club, uno dei tanti ruoli della sua carriera di 20 anni al cinema. L’attore e cantante ha spesso alterato il suo aspetto per partecipare ad alcuni film, come se non potesse percepire il giusto distacco tra sé e il suo personaggio in un altro modo. Vediamo insieme alcuni di questi casi.

1) PREFONTAINE (1997)

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Dopo il suo primo ruolo di rilievo del sognante Jordan Catalano nella serie tv My So-Called Life, Leto si trasforma nell’ atleta olimpico Steve Prefontaine, con i capelli biondi e dei folti baffi anni ’70. Anche se ora può sembrare magro, all’epoca è stata una scelta inaspettata perdere molti chili,  considerando che le ragazze delle scuole superiori e di età universitaria strappavano le sue foto dalle riviste. Questo primo cambiamento di aspetto lo ha portato a selezionare nella sua carriera una serie di film con cura e, quasi sempre, il suo personaggio muore. (Dei suoi 27 film finora, circa un terzo dei suoi personaggi muoiono, con una maggioranza del resto che raggiungono alcuni un fine ugualmente macabro).

2) FIGHT CLUB (1999)

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Mi sentivo come se stessi distruggendo qualcosa di bello“. Questa è stata la ragione che sta dietro al personaggio di Leto, Angel Face con i suoi bei lineamenti polverizzati in un attimo quando egli è protagonista di una rissa ultra-violenta con la doppia personalità di Edward Norton, insonne lavoratore, e capo ufficio folle. Il pestaggio selvaggio ha lasciato un Leto sdentato che si contorceva nel piano interrato, in una pozza di sangue, grottescamente deformato per il resto del film.

3) REQUIEM FOR A DREAM (2000)

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Sullo sfondo di questo dramma psicologico diretto da Darren Aronofsky, Leto assomiglia a Leto. Egli diventa un tossicodipendente emaciato che ha bisogno di eroina nel suo braccio amputato. Dopo aver recitato in film come il memorabile Switchback e Urban Legend, e le piccole parti in La sottile linea rossa e American Psycho, questo fu uno dei suoi primi film dopo My So Called Life che ha convinto i fan e i critici a prendere atto del suo talento come attore.

4) PANIC ROOM (2002)

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In una delle sue scelte di film più tradizionali, Leto interpreta un rapinatore, il cui volto viene gravemente ustionato mentre cerca di attirare le sue vittime, interpretate da Jodie Foster e Kristen Stewart fuori da una stanza anti panico in un edificio di New York City. Come se la deturpazione con il fuoco non fosse abbastanza, alla fine del film egli viene colpito alla testa da uno dei suoi compagni ladri.

5) CHAPTER 27 (2007)

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Leto soffriva di gotta per interpretare Mark David Chapman, il fan squilibrato che ha ucciso John Lennon, in questo biopic in cui la co-protagonista è Lindsay Lohan. Per ingrassare in un modo ben visibile e veloce per il ruolo, l’attore ha mangiato tanto gelato Häagen-Dazs mescolato con salsa di soia e olio d’oliva. Il film ha incassato un misero 56,215 dollari al box office statunitense.

6) MR. NOBODY (2009)

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In questo film sci-fi poco visto (non proiettato negli Stati Uniti fino al 2013), Leto interpreta un uomo di 118 anni, di nome Nemo che rievoca le vite alternative che avrebbe potuto vivere se avesse fatto scelte diverse. Nel film il suo aspetto si modifica continuamente, dal personaggio giovane e poi vecchio, in un percorso, che lo ha mostrato come un uomo senza fissa dimora, uno sfregiato. E’ forse il più ambizioso ed evidente tentativo di Leto di mascherare il proprio volto.

7) DALLAS BUYER CLUB

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Leto ha guadagnato delle recensioni entusiastiche per il suo ruolo di Ray, un trans sieropositivo che ha perso con la dipendenza. Questo è il suo primo ruolo importante in diversi anni, per il quale si è preso un po’ di tempo dalla sua band 30 Seconds to Mars. Si è immerso nel ruolo, rimanendo nel personaggio durante le riprese di 25 giorni, facendo la ceretta su tutto il suo corpo e perdendo 30 kg. Ha flirtato con il regista Jean-Marc Vallée, mentre era vestito da donna, al fine di entrare nella parte. Tale dedizione lo ha ripagato con la conquista di un Golden Globe e un Oscar.

Fonte: Rolling Stone