Il ragazzo della porta accanto, la recensione del thriller con Jennifer Lopez

Il 23 luglio arriva in tutte le sale italiane il nuovo thriller diretto dal maestro del genere action Rob Cohen: Il ragazzo della porta accanto. Interpretato da Jennifer Lopez, Ryan Guzman, Kristin Chenoweth e John Corbett Il ragazzo della porta accanto racconta la storia di Claire Peterson (Jennifer Lopez), una brillante professoressa alle prese con un marito (John Corbett) infedele ed un figlio vittima di bullismo. Ma le cose si complicano ulteriormente quando Claire cede alle avances del giovane vicino di casa, Noah Sandborn (Ryan Guzman), un ragazzo dal passato tormentato che renderà la vita di Claire un inferno. Quando infatti Claire, resasi conto dello sbaglio fatto, allontanerà Noah, quest’ultimo inizierà a perseguitarla mettendo a rischio la sua vita e quella di tutte le persone a lei vicine.

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Tanto tempo fa esisteva un autore di nome Rob Cohen. Uno dei maestri del genere action, un regista in grado di dirigere spettacolari film come Dragon – La storia di Bruce Lee, Dragonheart, The Skulls e perfino lo storico ed indimenticabile primo capitolo di Fast and Furious. Una lunga sequenza di successi interrotta nel 2002 da XXX, uno scult con Vin Diesel ed Asia Argento che diede avvio alla discesa di Cohen nel cinema di serie B con film trash come Stealth, La mummia 3 ed il terribile Alex Cross. Oggi, assoldati la Lopez e Guzman nel cast e il Re Mida di Hollywood Jason Blum in produzione, Rob Cohen ci riprova con Il ragazzo della porta accanto, un thriller che, sulla scia di Attrazione fatale, presenta un amore che diventa ossessione, tormento e morte. Ma anche questa volta il risultato è poco più che sufficiente. Il ragazzo della porta accanto presenta infatti una serie di situazioni (come la scena della Lopez che cerca di togliere le tante foto compromettenti lasciate da Noah nella sua classe) che, ricordando le commedie di Cameron Diaz e Katherine Heigl, regalano più di una risata involontaria. E non è tutto. Perché anche i personaggi, abbozzati e stereotipati (non sia mai che la Lopez tradisca il marito volontariamente, deve essere una vittima tradita dal marito che cede alla tentazione di passare una notte di follie col vicino di casa), agiscono in modi poco sensati, come il temibile Noah che quando salva il figlio di Claire sembra veramente un ragazzo dal cuore d’oro o Claire che quando scopre di avere a che fare con un maniaco omicida è immotivatamente tranquilla. E questo perché? Perché Il ragazzo della porta accanto è un po’ come Cinquanta sfumature di grigio, un guilty pleasure che si vede con piacere. E non importa se il 90% di quello che vediamo sul grande schermo non ha senso. Perché Il ragazzo della porta accanto nasce per intrattenere ed almeno in questo Rob Cohen pare averne finalmente combinata una giusta…

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