Esiste la Roma del Colosseo, dei Fori Imperiali, della Basilica di San Pietro. Esiste la Roma turistica, in cui ogni angolo è conosciuto attraverso le guide tascabili della città. Esista la Roma classica, medievale e moderna, dalle basiliche ai grandi artisti del Seicento, con i due acerrimi rivali Bernini e Borromini. Eppure esiste anche una Roma nuova, proiettata nel futuro, nell’arte contemporanea. È in questa ottica che si alimenta Temporaneo. Arte contemporanea nella città in evoluzione, rassegna d’arte contemporanea giunta alla seconda edizione, in programma dal 22 ottobre al 22 novembre. La peculiarità di questa rassegna consta nel fatto che le opere dei giovani artisti contemporanei saranno dislocate in luoghi pubblici della Capitale, che sono sorti da recuperi industriali o su nuove stratificazioni urbane, creando così delle penetranti interruzioni nel tessuto urbano.

L’iniziativa, presentata da IMF Foundation e da Nomas Foundation, si snoderà in cinque luoghi focali dell’urbanità romana. All’Auditorium Parco della Musica Petrit Halilaj, artista kosovaro, nato a Kostercc nel 1986, ma da tempo affezionato all’Italia, espone They are lucky to be Bourgeois Hens II, un pollaio spaziale con un’evidente forma che rimanda allo shuttle. Ma qual è il legame tra shuttle e pollaio? In apparenza, nessuno. È su questa discrasia che gioca l’artista: le galline, dotate di ali “naturali”, non possono volare, sono costrette al pollaio, mentre gli uomini, con le loro navicelle spaziali, spiccano il volo in mondi inesplorati.

Flavio Favelli, fiorentino laureato in letteratura persiana, ha fatto dell’arte un mezzo per indagare sui flussi di esistenza attraverso gli oggetti del quotidiano. La sua opera, Supervietato, posta a coprire tutta la vetrata dell’entrata alla Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi La Sapienza, è una fitta trama di nomi, loghi, stelline nere di censura, rievocando, attraverso un collage di manifesti di cinema per adulti, i lontani anni ’70 e ’80. Appostamento è l’opera di Hans Schabus, artista austriaco che si sofferma sull’indagine dello spazio che non è soltanto fisico, ma anche psichico, fatto di memoria e di storia. Il suo intervento per la rassegna è progettato per il Piazzale del Rettorato dell’Università degli Studi di Roma Tre e prevede la scomposizione e il riassetto della piazza, crocevia di professori e studenti, che percepiranno in maniera nuova oggetti consueti e abituali nel loro passaggio quotidiano.

Il collettivo Claire Fontaine, il cui nome deriva dalla marca di quaderni, ha dato vita, al Teatro India, ad un neon che cita una scritta che, negli anni Settanta, invase i muri delle città italiane Siamo con voi nella notte, segno di solidarietà per i prigionieri politici. Ma soprattutto celebra i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo che, da tre mesi, nel buio delle serate romane, danno vita, al Teatro Valle Occupato, a esilaranti spettacoli teatrali, fatti di una fusione tra le arti. Roma di Giorgio Andreotta Calò si inserirà sul Ponte della Musica e darà vita ad un’emozionante suggestione scaturita dalla trasmissione simultanea di due tracce audio al fine di far comunicare chi oltrepassa il ponte con il cantiere sottostante. Solitamente l’arte occupa musei e sale molto spesso impolverate. Oggi, questa manifestazione rinnova la volontà degli artisti contemporanei di invadere gli spazi del nostro quotidiano, portando l’arte direttamente di fronte agli occhi dello spettatore.