Inizia da Roma la seconda edizione del Festival delle Identità

Il Festival delle Identità nasce da un’idea di Irene Pivetti (presidentessa di LTBF –Learn To Be Free- Onlus) per dare nuova voce al valore dell’identità che caratterizza qualsiasi comunità, in un paese come l’Italia in cui la frammentazione culturale ne è il tratto tipico. L’intento di questo Festival è proprio quello di dar voce a queste piccole realtà che in un mondo sempre più globalizzato rischiano di scomparire senza lasciar traccia mentre è necessario riacquistare consapevolezza di che cosa sia l’identità e di come questa possa essere la chiave dello sviluppo.

Il progetto Festival delle Identità si sviluppa in un programma di interventi dedicati alla valorizzazione dell’Identità di popolo e del legame con la sua terra, in tutte le sue declinazioni, culturali, sociali, etniche, alimentare. Puntare sull’Identità come valore di un popolo e di un territorio per portare sviluppo, occupazione, cultura, ma anche per aprire quegli stessi territori al dialogo interculturale, alle relazioni tra i popoli, ad una dimensione che va ben oltre l’Identità in senso “territoriale”. Sono queste le idee guida del Festival, a cui si ispirano le numerose iniziative organizzate nel corso dell’anno.

Sarà un grande contenitore dedicato al tema delle Identità” così lo aveva pensato Irene Pivetti e così in effetti si è sviluppato nell’arco dei due anni nei quali ha preso forma ed ha dato vita ad altre realtà parallele.

Dal Festival si è venuto a creare infatti un importante percorso parallelo, l’Identità Film Festival, che cresce quest’anno come realtà moderna e internazionale, volta a promuovere il cinema come forma d’arte e, attraverso questo, veicolare il messaggio dell’importanza dell’identità, territoriale, nazionale, internazionale, culturale, di genere, antropologica.

Nel primo appuntamento svoltosi ieri sera al Nuovo Cinema Aquila di Roma, Luigi Lucchi (Sindaco di Berceto), Sergio Rinaldi (direttore artistico del festival) e la stessa Irene Pivetti si sono ritrovati ad essere critici per una notte insieme al pubblico della manifestazione che ha potuto interagire e votare i documentari in gara essendo stato fornito ad inizio serata di apposite schede di valutazione.

La manifestazione procederà nei mesi di giugno (il 27 con la presentazione del volume “In Prima Classe” di Roberto Moliterni, opera vincitrice della 1a edizione del Premio Luigi Malerba di Narrativa e Sceneggiatura sempre a Roma) e luglio 2011, tra Roma, Parma e Berceto. Il vincitore sarà proclamato a Berceto il 23 luglio.

Ecco i sei documentari finalisti italiani proiettati:

  • 140 Pecore Nere (di Filippo Lilloni, Sandro Nardi, Giovanna Poldi Allai) – DOCUMENTARIO

(Italia, 2011, 20’) Attraverso immagini e testimonianze si racconta la vita dei pastori di un paesino delle Alpi, Ponte di Legno, in provincia di Brescia.

  • Es I Tempo di Djemberen (di Cinzia D’Auria) – DOCUMENTARIO

(Italia, 2009, 15’) I Fifito e Bumbulum sono un gruppo di artisti della Guinea Bissau, che da diversi anni stanno lavorando al processo di pace e riconciliazione del proprio Paese, attraverso la musica come importante veicolo educativo.

  • I Love Benidorm (di Gaetano Crivaro, Mario Romanazzi) – DOCUMENTARIO

(Italia/Spagna, 2009, 28’ e 18’’) La vita nel Cabanyal è cambiata dopo che la forte urbanizzazione in corso su tutta la costa spagnola ha fatto scalo anche a Valencia. Il progresso sta cancellando ogni traccia dell’antico “pueblo de la mar”. Il turismo, principale motore di rinnovamento in Spagna, è causa della distruzione del Cabanyal, dal 1993 Bene di Interesse Culturale.

  • L’Acqua che Tocchi (di Lamberto Caimi) – DOCUMENTARIO

(Italia, 2008, 16’) Inedito viaggio attraverso interviste e immagini di repertorio sulla vita nelle città italiane, durante la Seconda Guerra Mondiale.

  • Santisima Muerte (di Cinzia D’Auria) – DOCUMENTARIO

(Italia, 2005, 35’) La Festa dei Morti si svolge in Messico tra la fine di ottobre e i primi di novembre. Attraverso il dialogo tra le immagini ed alcuni brani tratti dai resoconti aztechi e spagnoli della Conquista del Messico, prende corpo la performance della Fiesta de los Muertos, espressione sincretica di antiche tradizioni pre-ispaniche e credenze cattoliche.

  • Un Cammino Lungo un Giorno (di Filippo Ticozzi) – DOCUMENTARIO

(Italia, 2011, 15’) El Poshte è un piccolo villaggio sulle montagne del Guatemala. Non è molto lontano dalle città, ma l’unico modo per raggiungerle è un lungo e impervio sentiero, perciò raramente ci si sposta dal villaggio. La maggior parte degli abitanti sono bambini. Il documentario vuole raccontarne la giornata e i pensieri «rimanendo ad altezza bimbo».

E gli altri sette di provenienza internazionale:

  • Arrivederci (di Valeriu Jereghi) – MEDIOMETRAGGIO

(Repubblica della Moldova, 2008, 60’) Un bambino su nove nella Repubblica Moldova cresce senza uno o entrambi i genitori che abbandonano i loro figli per cercare lavoro all’estero. Il film è ispirato a storie vere che rappresentano solo una piccola parte della tragedia che vivono gli emigranti e i loro figli.

  • Il Était Une Fois À L’Aube (di Dali Nahdi) – CORTOMETRAGGIO

(Tunisia, 2010, 20’) Un gruppo di giovani tunisini della upper-class trascorrono una serata di bagordi fino al sorgere del sole, entrando in conflitto con i coetanei appartenenti alla lower-class.

  • Donme Istambul – Fragments Of Change (di Jacopo Mario Gandolfi e Luis Miguel Selvelli) – DOCUMENTARIO

(Turchia, 2009, 23’) Il film offre un’indagine sugli effetti delle trasformazioni, sia culturali che storiche, vissute dagli abitanti d’Istanbul durante il XX secolo, per mezzo di testimonianze o scorci sul quotidiano di alcuni soggetti rappresentativi (un sociologo urbano, uno studente curdo, un venditore ambulante transessuale) di questa città in perenne mutazione.

  • Sasha, Grisha And Ion (di Igor Cobileanski) – CORTOMETRAGGIO

(Repubblica di Moldova, 2006, 10’ e 40’’) Tre operai vengono inviati in un remoto campo innevato per sistemare una tubatura rotta. Il freddo, il troppo ardore e un bicchierino di vodka renderanno il loro lavoro completamente inutile

  • Lesh Sabreen (di Muayad Alayan) – CORTOMETRAGGIO

(Palestina, 2009, 30’) Ambientato in un quartiere palestinese di Gerusalemme, due giovani innamorati narrano i propri sogni in una società conservatrice e sotto il controllo della comunità israeliana.

  • Mouja – Wave (di Mohamed Ben Attia ) – CORTOMETRAGGIO

(Tunisia, 2010, 12’) Attraverso tre periodi della sua vita, una nonna racconta aneddoti al nipote sul grande amore della sua vita.

  • Inspiration (di Igor Cobileanski) – CORTOMETRAGGIO

(Repubblica di Moldova, 2007, 10’ e 45’’) Un affaticato maggiore, il suo anziano assistente e un poliziotto vanno in cerca di un’ispirazione.