KABUL DREAMS: l’altra faccia dell’Afghanistan

Siamo ormai abituati ad associare l’Afghanistan soltanto a guerre, talebani, burqa, campi minati, distese di oppio, a considerarla una terra dove diritti umani e modernità sembrano essere parole vuote e la pace stenta a sopravvivere. Ma qualcosa sembra muoversi nella giusta direzione, proprio in nome della pace e della libertà: i giovani afghani e la musica. Nella terra degli aquiloni, spicca infatti, forte come un raggio di sole su una città ferita, una giovane rock band, i  Kabul Dreams, tre giovani musicisti provenienti da tre diversi gruppi etnici: il cantante uzbeko Sulyman Qardash, il bassista pashtun Siddique Ahmad e il batterista tagiko Mujtaba Habibi. Vivono a Kabul, con tutte le difficoltà che un paese lacerato dalla guerra come l’Afghanistan può avere, suonano l’indie rock misto al grunge e a elementi post punk, e hanno un sogno chiamato “Pace“. Cantano la solidarietà, l’amore e l’unità, al di là di ogni differenza etnica e linguistica e non hanno sponsor.

Sono tornati in Afghanistan dopo un temporaneo esilio in Iran, Uzbekistan e Pakistan sotto il regime dei talebani, e ora, nessun ostacolo può fermare i Kabul Dreams, né la guerra, né tantomeno i talebani, nulla può fermare la loro creatività e i loro sogni che sono anche i sogni e le speranze della gioventù afghana. La loro musica non trasmette messaggi politici, ma soltanto un forte desiderio di pace, istruzione e libertà di espressione. “Sound of Peace & Love”, è una delle canzoni più popolari del loro primo album “I Wanna run away”, ma “Crack in the radio”, altro pezzo di successo, è sorprendentemente innovativa se consideriamo l’ostile contesto culturale che fa da sfondo, il soggetto del brano è infatti una ragazza che lavora in una radio rock di Kabul. La band si è esibita al festival di New Delhi e lentamente, anche il panorama mediatico internazionale, come BBC, The Guardian, Telegraph, ha cominciato a interessarsi a questo giovane gruppo afghano.

Il cantante, Sulyman Qardash, ci ha raccontato il debutto del gruppo, cosa sognano e che cosa vuol dire suonare in una città come Kabul: “Un giorno, a Kabul, – ci spiega- un mio amico mi ha detto che c’erano due musicisti che suonavano in un piccolo studio. Ho deciso di incontrarli. Erano Mujtaba e Siddique. Mi piaceva quel posto, era molto bello per creare e fare delle cose positive. Loro componevano arrangiamenti per gli artisti pop afghani e per la pubblicità in Tv. Mi sono unito a loro e così abbiamo cominciato a lavorare insieme. Nell’inverno 2009 ho detto ai ragazzi che volevo formare una band e suonare musica rock. Ho suonato una delle mie canzoni per mostrare loro che tipo di musica volevo realmente fare. Quel giorno è stato uno dei più belli per me. Ai ragazzi è piaciuto e abbiamo deciso di cominciare a provare già dal giorno dopo. Siddique in realtà è violinista e pianista e quella era la prima volta che prendeva il basso e suonava. E’ stato fantastico, in 3 mesi è diventato abilissimo con la chitarra, suonava come un chitarrista professionista”.

Perché la scelta di cantare in inglese?
Non è stata  l’unica scelta. Cantiamo anche nelle nostre lingue madri, anche in Dari e Persiano. Cantare in inglese ci sta aiutando ad esprimere il nostro messaggio al mondo e a riceverne, e naturalmente, siamo cresciuti con questo tipo di musica che viene da paesi occidentali come Regno Unito e America.

Chi ha ispirato i Kabul Dreams?

Tante cose ci hanno ispirato, come alcune band, musicisti, social people, il nostro ambiente e la nostra società. Viviamo  a Kabul e ogni giorno vediamo le cose che accadono in città e nella nostra vita. Questo ti fa sentire il desiderio di aiutare la gente, di aiutare anche te stesso, e l’unico modo per farlo è la musica. Se lo facciamo bene, allora potremo guardarci allo specchio e dire con un sorriso “L’ho fatto!”

Quali difficoltà avete incontrato in un paese come l’Afghanistan, dopo lo spettro dei talebani?
Le difficoltà sono sempre ovunque non solo in Afghanistan ma, certo,  qui è 10 volte più difficile. Direi però non dopo i talebani ma dopo la guerra! Quando abbiamo iniziato a suonare con la mia band non c’era nessuno spazio per suonare o per esercitarci. Qui tutto è diverso, a differenza di altri paesi, devi fare tutto da solo. Se sei musicista devi autoprodurti, registrare da solo. Devi anche promuovere la tua musica da solo. E alla fine della giornata senti il limite di non  poter fare tutto in modo professionale perché fare tutto non è il tuo lavoro e quindi vai incontro a problemi tipo quello di non avere le persone giuste. Musicalmente direi  “siamo in mezzo al nulla”.

Com’è la vostra vita quotidiana a Kabul?
Oltra a suonare studiamo all’università, lavoriamo per vivere, siamo figli dei nostri genitori e fidanzati delle nostre ragazze! La nostra vita è semplice e normale come tutti.
Mujtaba insegna batteria alla Kabul University.
Siddique è studente, studia Scienze sociali e lavora per Radio Rock Kabul FM 108 come produttore e conduttore di programmi. Anche io sono studente, studio Economia aziendale e lavoro come produttore per Radio Rock Kabul e anche come giornalista e fotografo freelance per alcuni media online come centralasiaonline.com e altri media locali.

Un tagiko, un pashtun e un uzbeko, le vostre diverse etnie hanno arricchito il gruppo. Oltre alla musica, cosa vi unisce?
Noi siamo più di una band. Siamo amici e fratelli. Le nostre vite sono strettamente legate fra loro perché prima di creare questa band eravamo amici ed è questo in realtà che ci ha unito nel formare il gruppo. Per noi, essere una band non significa soltanto suonare. Significa comunicare, capirsi e ascoltarsi reciprocamente.

Che tipo di messaggio volete trasmettere?
Solo la pace!

I vostri progetti artistici futuri?
In questo momento stiamo lavorando al nostro primo album e ci stiamo concentrando solo su questo. Sono più due anni che ci lavoriamo e quest’anno dovrebbe uscire! Stiamo lavorando con una società tedesca sellaband (sellaband.com) per registrare il nostro album. Sono molto professionali nel loro lavoro, e ora ci accingiamo a lavorare con un famoso produttore discografico tedesco. Il suo nome è segreto al momento. Sarà una sorpresa per i nostri fans.

Quali sono le speranze e sogni della gioventù afghana?
Avere un Afghanistan pacifico e bello!