La tradizione dei presepi di Cracovia a Roma

 

 

Ormai l’atmosfera natalizia è nell’aria e si percepisce non soltanto dalle prime file che si scorgono dalle vetrine dei negozi del centro città, ma anche dalle prime luminarie che compaiono lungo le strade della Capitale. Ma, come da tradizione, non è Natale senza panettone, albero e soprattutto presepe. Ed ecco così che anche Roma si prepara a rispettare questa usanza, inaugurando, il primo dicembre al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, la mostra La tradizione dei presepi di Cracovia, che rimarrà aperta fino al 29 gennaio.  Tradizione vuole che ogni anno il Museo Storico della Città di Cracovia, per celebrare le feste di Natale, “esporti” nei musei degli altri Paesi europei le collezioni dei Presepi, sintesi emblematiche di gusto barocco e rococò in grado di riprodurre le cupole e le torri dei monumenti della città polacca.  

Quest’anno la manifestazione giunge a Roma in occasione della Beatificazione del Santo Padre Giovanni Paolo II, tanto da avere il patrocinio della Fondazione “Giovanni Paolo II per la Gioventù”. Alla grande particolarità dei presepi polacchi si fonde un allestimento che prevede dei cassoni nuziali di origine sarda realizzati tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.  La mostra, inoltre, prevede all’interno del suo percorso la Sala del Ciclo della Vita in cui sono presenti due scenografici presepi napoletani settecenteschi, ad essi si affiancano i presepi provenienti da alcune regioni italiane di proprietà del museo e conservati nei depositi. Per tutti gli amanti del Natale, per quelli che non possono fare a meno di esaltarsi nelle file chilometriche dei centri commerciali, per tutti coloro per cui Natale non è Natale se a casa non hanno almeno un panettone e un torrone, per tutti coloro che aspettano il giorno dell’Immacolata per decorare l’Albero da mettere in salone, ma soprattutto per tutti coloro per i quali il Presepe è una rappresentazione della tradizione popolare, questa mostra è un’occasione da non perdere, in pieno tono festivo. Ma è soprattutto un modo per osservare un oggetto di derivazione medievale destinato a rappresentare la nascita di Gesù. La Storia più raccontata al mondo “scritta” in modi diversi e con tradizioni e stili diversi.