Latin Lover, il ritorno del grande cinema italiano

Titolo metacinematografico, Latin Lover cita e omaggia il cinema tricolore che fu. Così, a distanza di quattro anni dai fischi veneziani indirizzati allo sbertucciato Quando la notte, Cristina Comencini ha deciso di tornare sul set per girare un film molto atteso perchè ultima fatica di un’attrice italiana straordinaria, Virna Lisi, morta a fine riprese. Il film è condito da un cast stellare tra attori nostrani ed europei , in uscita il 19 Marzo nei cinema.

TRAMA LATIN LOVER

 Saverio Crispo (Francesco Scianna), icona del cinema italiano, conclamato sciupafemmine, divo inarrivabile, un genio, secondo la critica che ne tesseva le lodi, è morto dieci anni fa. Le sue quattro figlie, avute da mogli diverse in altrettante parti del mondo, si radunano nella grande casa del paesino pugliese dove l’attore è nato. Si fanno così strada la primogenita Susanna (Angela Finocchiaro), la figlia italiana che ha una storia d’amore con il montatore storico del padre, Walter (Neri Marcorè); la figlia francese Stephanie (Valeria Bruni Tedeschi), l’indesiderata, la parentesi, anch’essa attrice e con tre figli avuti da tre padri differenti; la figlia spagnola Segunda (Candela Peña), l’unica sposata con un marito traditore seriale e due figli ed, infine, la figlia svedese Solveig (Pihla Viitala), la più piccola, quella che il padre a malapena se lo ricorda. Al loro fianco le due vedove di Crispo, ovvero la prima moglie italiana Rita (Virna Lisi), che se l’è ripreso e l’ha accudito in punto di morte e la seconda moglie spagnola Ramona (Marisa Paredes), diventata sua sposa quando Saverio era nel pieno del suo successo. Tutte riunite, le donne della vita del grande divo si aprono l’una con l’altra, portando alla luce gelosie e asti di vecchia data. Come superarliCome andare avanti e sentirsi davvero unite e libereNel mezzo dei festeggiamenti per commemorare la scomparsa del defunto, quando è attesa ancora la quinta figlia Shelley (Nadeah Miranda), l’americana riconosciuta con la prova del Dna, irrompe invece Pedro del Rio (Lluis Homar), lo stunt che pare conoscere l’attore meglio di chiunque altro. Peccate che nelle 48 ore che avrebbero dovuto essere celebrative, il passato di Crispo irrompa pesantemente nell’allargata e internazionale famiglia, districandosi tra conferenze stampa, proiezioni, rivelazioni notturne di segreti in un crescendo di emozioni e situazioni tragicomiche.

09-03-2015-LatinLover

RECENSIONE

Al centro del film c’è la ricerca di una nuova identità femminile, fuori dal conflitto tra donne, la scoperta della libertà di essere finalmente se stesse, come dirà Marisa Paredes in una scena centrale, libere dallo sguardo maschile. Saverio Crispo è, al tempo stesso, immagine archetipica del padre di cui ogni figlia si innamora e incarnazione immateriale dell’immaginario collettivo, a cui si perdona quasi tutto in virtù del suo fascino, della sua simpatia e del poco tempo che può concedere a chi gli vive accanto. Come tutti, però, in fondo è solo un essere umano con le sue fragilità e debolezze, reso forte dallo sguardo femminile che finisce per soffocarlo.

è un bel film Latin Lover, che piacerà soprattutto a quanti di noi hanno amato i mattatori del nostro cinema, attori che mutavano pelle in continuazione e senza problemida fini dicitori a guitti di avanspettacolo, da pensose o allegre muse di grandi registi a emblemi dei generi popolari, dai film di impegno politico alle sparatorie a mezzogiorno nel deserto di Almeria. Tutto questo nel film lo vediamo impersonato nella figura di Saverio, che ha la giusta faccia antica” per il ruolo. C’è tanto del regista spagnolo Pedro Almodovar, in questo ritorno in sala della Comencini, partendo dal cast quasi tutto al femminile per arrivare alla sublime Marisa Paredes, volto feticcio del due volte Premio Oscar, senza dimenticare quel lato tragicomico, quei colpi di scena da soap opera e quella spruzzata di melò che da sempre rappresentano il tocco almodovariano. Punto di forza della commedia, neanche a dirlo, le donne. E che donne. Impossibile non citare Virna Lisi, morta poco dopo la fine delle riprese. A lei è dedicata la pellicola, a lei che non è nemmeno riuscita a vederla completata. Splendida la sua interpretazione da patriarca, da prima moglie del latin lover italiano, da donna che ha amato, atteso, tradito, taciuto, nascosto, perdonato e accudito. L’eterna e inarrivabile bellezza della Lisi splende ed irradia lo schermo, regalando allo spettatore quel ricco menù espressivo che per decenni ha conquistato pubblico e critica. Tra le tante spicca una scena, fatta di confessioni e alcool, in cui il volto dell’attrice, tra lacrime e sorrisi, oscura chiunque le sieda accanto.

Se dovessimo riassumere Latin Lover con una parola, diremmo che è un film felice, pieno di vera e importante leggerezza femminile, come quel piedino di bimba, incongruo e non visto, che fa capolino da dietro una roccia sul set di un western all’italiana.

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