Le Avventure di Tin Tin: il Segreto dell’Unicorno, la recensione

 

 

“Fin da quando ho letto il primo album, Tintin non si è mai allontanato dai miei pensieri e dal mio cuore. Sapevo che Tintin e io eravamo destinati a una qualche collaborazione . . . e a un viaggio di scoperta” – Steven Spielberg

Un vecchio fumetto di successo ha riunito due dei migliori registi visionari del cinema americano contemporaneo, Steven Spielberg e Peter Jackson, insieme per realizzare “Le Avventure di Tin Tin: Il Segreto dell’Unicorno” in uscita il prossimo 28 Ottobre nelle sale italiane. Il Festival del Film di Roma ha ospitato  il film all’interno della Sezione Ufficiale Fuori Concorso e domani lo proietterà in anteprima per il pubblico alle 16.30 in sala Santa Cecilia. L’idea di portare al cinema un personaggio così datato come Tin Tin è stato sicuramente un azzardo, ma è molto interessante assistere al binomio tra vecchio e nuovo, assemblati così bene insieme in un unico prodotto. Infatti, questo film porta in un certo senso Tin Tin nel XXI secolo, poichè realizzato secondo una forma di animazione molto all’avanguardia e in versione tridimensionale, ma mantiene comunque quello stile retrò tipico del fumetto di Hirgè. Infatti, Spielberg e Jackson, entrambi appassionati di questo giovane reporter curioso e il suo piccolo cane furbo Milou, hanno sempre sottolineato di non voler sconvolgere l’originale, ma dare una nuova magia e nuova vita ad avventure coinvolgenti e interessanti che dal 3D possono ricevere soltanto il beneficio di una maggiore definizione e accuratezza nei dettagli.

Il giovane Tin Tin in questa nuova avventura si trova alle prese con un tesoro nascosto anni prima da varie generazioni di pirati. Un giorno come tanti, in un mercato della sua città si imbatte in un modellino di un grande galeone e, colpito, lo compra, non sapendo di cacciarsi in una storia più grande di lui che lo porterà ad imbattersi in personaggi ambigui e pericolosi, ed altri affascinanti e bizzarri. Milou, il cane è suo fedele compagno, lo segue ovunque anche quando la situazione precipita e i due poliziotti di Scotland Yard, Thompson e Thompson sono i personaggi più esilaranti dell’intero film, firmando gag e battute che fanno sorridere liberamente. Accanto a Tin Tin il Capitano Haddock, a cui era stata rubata la nave dall’antagonista Sakharine che è il cattivo della storia, che vuole impadronirsi ovviamente di tutto il tesoro.

Seppur di un film d’animazione, la trama è degna di un film vero e proprio con attori in carne ed ossa e si respira lo Spielberg d’avventura, come la saga di Indiana Jones piuttosto che le avventure di Ritorno al Futuro, anche per il ritmo che alterna bene inseguimenti, fughe rocambolesche e scontri faccia a faccia tra i protagonisti. Forse i duelli in particolari risultano troppo numerosi, facendo stagnare la trama in una ripetitività di scene, e qualche flashback del Capitano Haddock risulta di troppo, ma l’avventura prende forma abbastanza rapidamente coinvolgendo lo spettatore subito nel vivo dell’azione, molto accesa e intervallata anche da una giusta dose di humor, a cui ogni protagonista prende parte. Un bel mix di humor, azione e fantasia che è ben supportato dalla colonna sonora realizzata da John Williams, anche se la vera caratteristica del film che lascia a bocca aperta è l’animazione CG che rende estremamente realistici i personaggi come le location, curate nei dettagli e fautori di un’autenticità sconvolgente. Per gli effetti visivi se ne è occupato Joe Letter, mentre il Supervisore dell’Animazione è Jamie Bard.

 

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