Una storia di vita vista con la lente di un obiettivo vintage e malinconico. Si tratta di Life, il nuovo film di Anton Corbijn che, dopo aver diretto il compianto Philip Seymour Hoffman nel film La Spia – A Most Wanted Man, sceglie di raccontare James Dean, il mito tormentato scomparso nel pieno del suo successo.

Nel 1955 Dennis Stock, interpretato da Robert Pattinson, è un fotografo di un’importante agenzia che spera di realizzare il servizio che gli cambierà la vita. Per la rivista LIFE decide di catturare l’essenza e l’anima di un giovane attore agli esordi, James Dean, reduce dalle riprese de La Valle dell’Eden e pronto a girare il celebre Gioventù Bruciata. Entrambi sono sul punto di dare una svolta alla propria carriera artistica. E’ un momento complesso, in cui devono dimostrare a se stessi prima che ad altri di valere non solo per il proprio talento, ma anche per le proprie scelte. Dean è un giovane ragazzo di origine contadina che dall’Indiana si è trasferito a New York e poi a Los Angeles, scontrandosi quasi per caso con il mondo di Hollywood e le sue regole, spesso dirette al profitto e agli interessi di un’industria. La sua semplicità e naturalezza non riesce a relazionarsi con il successo, inaspettato ma desiderato che è dietro l’angolo.

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La paura di dover abbandonare la sua vita comune per trasformarsi in un divo del grande schermo lo culla in un’apatia e una depressione che si avverte nei movimenti e nel tono della sua voce, dispersiva e flebile. Dane DeHaan, attore americano che abbiamo già ammirato in Killing Your Darlings, The Amazing Spider-man 2 oltre al suo esordio Chronicle, regala la sua migliore interpretazione nei panni di James Dean, denunciando un ottimo lavoro di ricerca e studio di questa icona culturale, senza scadere nella versione caricaturale di un bullo con il gel nei capelli e un look casual sofisticato. Corbijn abbraccia la natura del biopic per presentare alcuni istanti di una vita troppo breve, che tuttavia ha segnato profondamente la storia del cinema. Il suo stile di racconto unito ad una fotografia suggestiva ed investita dalla nostalgia di un passato intrigante e creativo, confeziona un film emozionante e coinvolgente che trasporta lo spettatore in un’atmosfera sospesa tra il ricordo e la curiosità.

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Il rapporto tra i due protagonisti è quasi ipnotizzante, costruito su un’alchimia delicata ma intensa, in cui entrambi risultano dotati di un forte carisma e un’ interessante personalità. Dean sembra personificare una giovane disillusione che conquista e travolge. Mentre passeggia sotto la pioggia a Times Square con la sua immancabile sigaretta accesa, quell’immagine sembra così attuale e pulsante grazie ad una regia attenta alla poesia ed interessata a raccontare non solo un attore esordiente sedotto dalla fama e dal jet set, ma un ragazzo di vent’anni investito da qualcosa più grande di lui, che lo destabilizza interiormente e avvolge nell’ombra il suo futuro. Il ritmo non è particolarmente dinamico, ma nel complesso Life è un film magnetico e personale, da non perdere.

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