Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug, la recensione

Per tutti gli appassionati del mondo Tolkien il grande giorno è arrivato. Oggi, 12 dicembre 2013, arriva nelle sale italiane Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug, il secondo film della trilogia diretta da Peter Jackson. Sessant’anni prima de Il Signore degli Anelli, dopo il primo Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato, questo nuovo capitolo continua a seguire Bilbo Baggins nella sua epica avventura per recuperare Erebor, il Regno perduto dei Nani, guidati dal coraggioso Thorin Scudodiquercia. La Compagnia continua a dirigersi verso Est per raggiungere la Montagna Solitaria, all’interno della quale si trova un enorme tesoro custodito però da Smaug, un drago invincibile e terrificante che tempo prima aveva completamente distrutto la città sul lago ( Lake-Town) e ucciso molti dei loro compagni. Mentre nel primo film si assiste ad una fase più organizzativa in cui si susseguono le varie trattative tra diversi popoli per creare alleanze e dare il via alla rischiosa missione, in questo secondo capitolo si viene lanciati nell’azione già dai primi minuti, entrando nel vivo della famosa battaglia, la più attesa dell’intera trilogia.

Peter Jackson confeziona molto bene questo film di passaggio, tenendo un ritmo dinamico e affettato, che non permette le eccessive pause e lunghi dialoghi a volte tediosi, presenti nel primo film. Tra ragni giganti, orchi assetati di vendetta, inseguimenti tra monti, foreste magiche e ruscelli agitati, il pubblico viene trasportato nel fantastico mondo della Terra di Mezzo, all’insegna del puro intrattenimento. Una grande ricchezza che rende il tutto ancora più spassoso è un formidabile 3D High Frame Rate, per il quale Jackson ha girato il film con 48 fotogrammi al secondo, tecnica che rende ogni scena estremamente emozionante e coinvolgente, senza perdere la nitidezza e la definizione come a volte capita con il 3D normale, ormai obsoleto.

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Il personaggio di punta è ovviamente Smaug, questo drago gigante e invincibile, realizzato con la tecnica della motion-capture e CGI e doppiato, nella versione originale dall’attore Benedict Cumberbatch, e in italiano da Luca Ward. Pur essendo una creatura digitale, è incredibile come siano fluidi e realistici i suoi movimenti ed espressioni all’interno della Montagna Solitaria, ricca di ampi saloni ricoperti di oro e imponenti statue che creano una scenografia mozzafiato. Oltre a Smaug, tra le new entry l’elfo femmina Tauriel, interpretata da Evangeline Lilly, e pura invenzione di Jackson poiché non esiste nel romanzo originale di Tolkien. Guerriera coraggiosa e molto abile con le armi, Tauriel permette un collegamento tra gli Elfi e i Nani, divisi da sempre da una scomoda rivalità, ma, nonostante l’apparenza, appare come un personaggio non prettamente utile allo svolgimento della storia. Se Tolkien non aveva introdotto gli “elfi silvani”, ci sarà stato un motivo?! Se non altro è divertente vedere un Nano e Legolas che si sfidano a colpi di sguardi per conquistare la stessa creatura.

The-Hobbit-The-Desolation-of-Smaug_mInteressante invece Luke Evans nei panni di Bard, l’uomo della Città del Lago che, nel libro è un personaggio memorabile ma nel film “è un umile barcaiolo e in un certo senso un enigma” come ha dichiarato lo stesso Jackson in un’intervista. Egli dà una mano alla Compagnia, ma diventa un personaggio curioso, con le sue idee che lo rendono difficile da decifrare in toto. Nel complesso Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug è film di avventura convincente e divertente, ricco di effetti speciali da Oscar e con una sfilata di personaggi descrittivi e caratterizzanti che conquistano e tengono inchiodati allo schermo. Promosso come film di passaggio dell’amata trilogia, questo film  crea molte aspettative sul capitolo finale Lo Hobbit: Racconto di un Ritorno, che arriverà in Italia soltanto il 17 dicembre 2014.  Non ci resta che aspettare.

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