Logan, la recensione del violento epilogo di Wolverine

Non è facile dire addio a uno dei personaggi più amati dell’universo Marvel. Stiamo parlando di Logan, o meglio Wolverine, l’iconico supereroe interpretato da Hugh Jackman nel franchise degli X-Men. Diciassette anni e nove film trascorsi al fianco del Professor X, interpretato nei due universi temporali da Sir Patrick Stewart e James McAvoy.

Dimenticate gli spin-off precedenti perché Logan, come rivela il titolo, è un cinecomics concentrato sull’umanità di Wolverine. Visibilmente invecchiato ma dalle lame di adamantio affilate, Logan si prende cura di una ragazzina che si rivela una mutante più simile a lui di quello che crede.

Il lato violento, fragile e umano di Logan, il supereroe interpretato da Hugh Jackman

Un cinecomics a tinte western

Come abbiamo anticipato Logan è un’opera diversa dai precedenti X-Men. Un azzardo che James Mangold, il regista del bocciato Wolverine – L’Immortale, si assume per rinvigorire una saga che non ha avuto il successo del franchise originale. La soluzione è inserire gli stessi personaggi in un contesto completamente diverso.

Sospeso tra le luci al neon di Las Vegas e l’America da road movie, Logan è un cinecomics a tinte western di indubbio fascino. Sporco e violento, Logan chiude la storia di Wolverine tra modernità e classicismo. Ritroviamo l’epico scontro finale e il confronto generazionale in una pellicola che segna una nuova fase dell’universo Marvel.

Hugh Jackman e Dafne Keen interpretano i mutanti Logan e Laura

 

Un epilogo che non graffia

Ho trascorso diciassette anni con Wolverine. Quando i miei nipoti mi chiederanno il film che definisce il personaggio risponderò Logan”, ha affermato Hugh Jackman durante la sessantasettesima edizione della Berlinale che ha ospitato la première mondiale del film che chiude la storyline iniziata da Bryan Singer nel 2000.

Come nei capitoli precedenti, il cuore della storia è il divo australiano che porta sulla pelle i segni della sua creatura. L’unico supereroe interpretato per due decadi dallo stesso attore, ormai un tutt’uno con il personaggio nato dalla mente di Stan Lee. Meno eroico e indomabile dell’eroe che amiamo, Wolverine è un uomo che non crede più in nulla. Il mondo è buio e desolato e il male sembra aver avuto la meglio sulla scuola del Professor X, un povero anziano che controlla a malapena i suoi poteri telecinetici.

Caratterizzato dal respiro umano della trilogia di Batman di Christopher Nolan e da una violenza a tratti gratuita (in Deadpool le sequenze gore erano in linea con lo spirito della pellicola ma qui creano solo uno shock eccessivo), il film funziona in parte. Se l’atmosfera western e la performance bestiale di Jackman tolgono il fiato, la chimica tra Logan e Laura non coinvolge il pubblico e l’epilogo è affrettato per un personaggio di questo calibro.

Logan segna la fine di Wolverine ma il pubblico sembra non accorgersene per via di una sceneggiatura non a fuoco e di una regia che di epico ha poco. Considerato l’epilogo del franchise spin-off di X-Men, ci saremmo aspettati qualche graffio (emotivo) in più da Wolverine.

Logan verrà distribuito dalla 20th Century Fox nei cinema italiani il 1 marzo 2017.

Logan – Trailer