L’Ultimo Pastore, la vera sorpresa del Torino Film Festival

Piccola grande sorpresa nell’ultimo giorno del Torino Film Festival. Fortunatamente sono riuscita a recuperare L’Ultimo Pastore del giovane regista Marco Bonfanti, proiettato all’interno della sezione Festa Mobile. Si tratta di un docu-fiction che segue la vita di Renato Zucchelli, uno dei pochissimi pastori nomadi ancora viventi in Italia. Vive a Milano ed è orgoglioso di svolgere quest’antica professione che sta piano piano scomparendo, a causa della modernizzazione e del progresso della società.

Ha quattro figli e una moglie che lo ama da sempre, ma l’altro grande amore di Renato sono le pecore e la natura, dalla quale non riesce a stare lontano. Le montagne della provincia milanese gli regalano pace e tranquillità e lo fanno sentire vivo, lontano dal caos e dallo smog della città, dove la gente corre e non ha più tempo da dedicare alla semplicità e alla fantasia. La cosa più triste è la paura che si possa spegnere l’immaginazione dei bambini, che, interrogati a scuola dalla maestra, sembrano ignorare cosa sia realmente un pastore e rischiano sempre di più di vedere gli animali solamente sui libri e non più nella realtà, soffocata dal cemento e da alti grattaceli. Renato, insieme al bizzarro amico Piero che sbraita da solo e il fedele cane Maru, comincia il viaggio dalle alte vette, avvolte dal verde e dalla pace, verso Milano, per portare 700 pecore in Piazza Duomo e regalare ai bambini un sogno ad occhi aperti.

Bonfanti porta sullo schermo una favola contemporanea, toccando, attraverso la vita di uomo che ama il proprio lavoro, alcuni temi molto importanti per la società attuale. Parlando di Renato e della sua vita così ‘umilmente speciale’, si parla del problema ecologico della natura soffocata dal progresso, della perdita progressiva di fiducia nelle tradizioni e nelle nostre radici, e dell’importanza di mantenere viva la fantasia, sottolineando la magia nei gesti e nelle imprese semplici ma speciali. Il film trasporta in una dimensione magica, surreale e romantica, soprattutto grazie alla stupenda colonna sonora curata da Danilo Caposeno, che emoziona soprattutto nella scena finale commovente. Un film che tocca il cuore e ci fa venire voglia di dire “Meglio un giorno da pecora che cento da leone” come afferma Renato all’inizio della sua intervista.

 TRAILER

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