7 film di Martin Scorsese influenzati dal cinema horror

Il maestro americano Martin Scorsese, esponente di spicco del movimento della New Hollywood, è certamente una delle figure più importanti nella storia del cinema, contemporaneo e non. Nella sua vasta filmografia il regista ha potuto spaziare tra una impressionante varietà di generi e situazioni, scontrandosi spesso con le inquietudini e i tormenti che da sempre hanno caratterizzato il genere horror. Non è un caso, infatti, che Martin Scorsese venga proprio dalla scuola di Roger Corman. Abbiamo voluto quindi raccogliere sette film che, con la loro carica enigmatica e misteriosa e le loro improvvise esplosioni di violenza, possono essere considerati a tutti gli effetti come pellicole horror. Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti.

Taxi Driver – 1976

Non è certamente un segreto. In tantissimi hanno scritto delle influenze sul cinema horror di una pellicola spietata e disperata come il capolavoro con Bob De Niro nei panni di Travis Bickle. Il film di Scorsese ha contribuito a ridefinire la figura del “maniaco” sul grande schermo, così come aveva fatto in passato Alfred Hitchcock con pietre miliari quali Psycho o Vertigo. Non è un caso, infatti, che la colonna sonora sia firmata dal grande e immortale Bernard Herrmann, storico compositore dei film del “maestro del brivido”, da Marnie a Intrigo internazionale. Violento, ipnotico e profondamente disturbante, Taxi Driver è un film potente e indimenticabile, reso perfetto dalla regia sapiente del maestro americano e da un intelligentissimo script di Paul Schrader.

Re per una notte – 1982

Uno dei film più particolari (e per lungo tempo sconosciuti) della filmografia di Martin Scorsese è certamente la surreale storia di Rupert Pupkin, stalker di personaggi famosi con la maniacale ossessione di diventare presto anche lui una star da palcoscenico. Dopo diversi tentativi di approccio verso il suo beniamino, Pupkin finisce per rapire quello che è il vero idolo della sua vita, il comico Jerry Langford (interpretato magistralmente da Jerry Lewis). Al di sotto di una patina comica e satirica, Re per una notte nasconde dei sottostesti inquietanti sulla tossicità e la natura parassitaria del mondo delle celebrità. Da riscoprire.

Fuori orario – 1985

Ennesimo allucinato viaggio nella parte più oscura di New York, Fuori orario è un incubo a occhi aperti, divertente per quanto surreale, disturbante per quanto enigmatico e strano. La star di un Un lupo mannaro americano a Londra, Griffin Dunne, regala quella che è forse la migliore interpretazione della sua carriera nei panni di Paul, uomo qualunque perso nei meandri notturni del quartiere di SoHo senza possibilità di salvezza. La ciliegina sulla torta è infine la splendida colonna sonora composta da Howard Shore, fidato braccio destro del maestro canadese David Cronenberg. Uno che di orrore e disgusto se ne intende non poco. Ansiogeno, accattivante e ricco di stile, Fuori orario è una delle piccole perle nella filmografia di Martin Scorsese che non ha avuto il successo che invece avrebbe meritato.

L’ultima tentazione di Cristo – 1988

Tratto dallo scandaloso e provocatorio romanzo dello scrittore e poeta greco Nikos Kazantzakis, il racconto del Cristo firmato Martin Scorsese è stato accompagnato da innumerevoli critiche, tanto da scatenare le reazioni violente a danno di teatri e spettatori da parte di alcuni gruppi vandalici composti da cristiani integralisti. Pur essendo una forzatura classificarlo come “film horror”, il misticismo e la carica quasi esoterica della trasposizione biblica di Martin Scorsese rendono questa pellicola tanto oscura quanto carica di una impensabile carica erotica e sensuale. Anche questa volta impossibile non citare la colonna sonora, firmata da un gigante come Peter Gabriel.

Cape Fear – 1991

Il tentativo di Scorsese di trasformare il thriller di J. Lee Thompson con Robert Mitchum e Gregory Peck in un muscolare e testosteronico noir vede protagonista un violento e ossessionato De Niro nei panni di un prigioniero psicopatico di nome Max Cady. Rilasciato dal penitenziario in cui stava scontando la sua pena, il folle criminale decide di tormentare la vita del celebre avvocato Sam Bowden (Nick Nolte), suo difensore nel processo per stupro in cui era stato definitivamente condannato. Il film esce completamente dai binari del giallo più classico verso il sanguinolento finale, degno di una delle più inquietanti saghe slasher.

Al di là della vita – 1999

New York City si riunisce nuovamente con Scorsese e Schrader per questo movimentato e surreale incubo a base di droga di un uomo che durante la propria vita è stato costretto a osservare con i propri occhi fin troppa morte e sofferenza. Nicolas Cage veste i panni del paramedico Frank Pierce, attanagliato dal senso di colpa per tutte quelle persone bisognose di un aiuto che non è riuscito a salvare in tempo. Decisivo sarà un incontro con una donna dalla vita travagliata, che cercherà di aiutare sperando di ricevere altrettanto supporto in cambio. Un tormento tutto religioso e cattolico che lo unisce idealmente con quella “tentazione di Cristo” portata su schermo undici anni prima. 

Shutter Island – 2010

Probabilmente il film che ha fatto conoscere il nome di Martin Scorsese anche alle generazioni più giovani, Shutter Island può essere considerato a tutti gli effetti un horror senza doversi per forza arrampicare sugli specchi. Il regista stesso ha citato il grande Mario Bava come fonte di ispirazione (specialmente per quanto riguarda la fotografia), così come è evidente il richiamo ai classici film dell’espressionismo tedesco come Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene (una delle pellicole più importanti della storia del cinema). Vi è inoltre anche una notevole dose del The Wicker Man di Robin Hardy nella storia che vede il federale Edward “Teddy” Daniels sulle tracce di una donna misteriosamente scomparsa nei meandri di una desolata isola. Da molti considerato il “Suspiria” di Scorsese, Shutter Island rimane uno dei film più intriganti e inquietanti di questo ultimo decennio.