29° TFF: Midnight in Paris, la recensione

 

 

Anche per coloro che non ci sono mai stati, Parigi è sinonimo di magia. Woody Allen indubbiamente se n’è accorto già da parecchio tempo e non avrebbe potuto scegliere un luogo migliore per ambientare la sua nuova commedia dal retrogusto romantico. È una città mitica, è palpabile la presenza della sua straordinaria storia, degli eventi culturali e politici che vi hanno trovato teatro e dei vari artisti tra pittori e poeti che si sono fermati anche solo  di passaggio nei suoi leggendari café. Midnight in Paris, film di apertura della scorsa edizione del Festival di Cannes, presentato in anteprima nazionale italiana al 29° Torino Film Festival è l‘omaggio di Allen alla Capitale francese, venerata alla pari di New York e la sua seconda esperienza parigina da regista dopo le sequenza di “Tutti dicono I Love You” del ’96. Il passato resiste e si respira in ogni vicolo di Parigi e questo la rende il luogo ideale per raccontare la storia di un uomo in cerca di se stesso che vuole trovare la forza per riflettere sulla propria vita, con l’illusione che se fosse vissuto in un’epoca  diversa sarebbe stato, senza rimorsi, più felice. L’intero lungometraggio  è un illusione, metafora di questa riflessione esistenziale, impregnata di quel cinismo alleniano che porta inevitabilmente alla risata lasciando l’amaro in bocca di una riflessione ben più profonda rispetto ad una banale comicità fine a sé stessa.

La storia è un intreccio di vicende che vede come fulcro una famiglia, in Francia per affari, e due giovani fidanzati prossimi alle nozze. Gil, il protagonista, interpretato da un’impeccabile Owen Wilson, fino ad ora ingiustamente relegato in ruoli minori o non appropriati ad un talento simile, è uno sceneggiatore di Hollywood che da giovane aspirava a diventare un autore di romanzi ed adorava i grandi scrittori americani quali Hemingway e Fitzgerald dei quali avrebbe voluto seguire le orme. È in città con la fidanzata Inez (Rachel McAdams) al seguito dei genitori di lei, John (Kurt Fuller) e Helen (Mimi Kennedy). L‘attuale ossessione di Gil per il suo romanzo, che lo distoglie dalla più proficua professione di sceneggiatore cinematografico, non fa che alimentare il disappunto dei suoceri nei suoi confronti, e come se non bastasse, l‘essere a Parigi risveglia nel giovane scrittore i ricordi delle vecchie ambizioni letterarie.

Durante la sua permanenza, Gil, viene letteralmente rapito dal passato, per casualità o forse no, perde la strada e si ritrova catapultato nell’epoca da lui tanto bramata. Non sarà facilmente credibile, neanche per il protagonista stesso, parlare delle proprie ambizioni ad Hemingway (Corey Stoll) in persona o andare a ballare con i Fitzgerald (Tom Hiddleston ed Alison Pill) o ancora di più, consegnare la bozza del proprio romanzo nelle mani di Gertrude Stein (Kathy Bates). Tutti incontri questi, destinati a cambiargli la vita, ma uno in particolare la rivoluzionerà completamente, l’incontro con Adriana (Marion Cotillard). Questa bellissima aspirante stilista, amante e musa ispiratrice di una serie di artisti famosi (“una groupie d’altri tempi”, come ironizza lo stesso Allen in una battuta all’interno del film per bocca di Wilson), gli cambierà la vita portandolo a riflettere finalmente su ciò che realmente vuole dalla propria esistenza.  A mano a mano che l‘interesse di Gil per Adriana cresce, aumentano anche i suoi dubbi sul rapporto con Inez e non solo, sull’intero complesso di aspettative che si era creato fino a quel momento, una fra tutte, è realmente giusto sperare di vivere in un’altra epoca rinnegando la propria?

In questo lungometraggio, di cui si consiglia una visione in lingua originale per poter apprezzare appieno i dialoghi, probabilmente uno dei migliori film di Allen da dieci anni a questa parte, il regista americano è arrivato a curare fino al più piccolo dettaglio, con camei brillanti come l’esilarante interpretazione di Salvator Dalì nella quale Adrien Brody fa tornare in vita un artista notoriamente eccentrico e stralunato, con imbarazzante bravura. Ci troviamo di fronte ad una perla della filmografia di Woody Allen, uno di quei film che si apprestano a diventare cult nelle generazioni a venire. L’attesa è stata lunga, sono passati 8 mesi dall’anteprima mondiale di Cannes ma finalmente anche il pubblico italiano potrà godersi Midnight In Paris dal 2 dicembre prossimo nei cinema.

 

Il trailer, volutamente in lingua originale:

 

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