Ouija – L’Origine del Male, parlare con gli spiriti può essere davvero noioso

Nei film americani sembra che la tavoletta Ouija, quella semplice superficie in legno con le lettere dell’alfabeto, numeri e le risposte “Yes” o “No”, sia uno dei passatempi più amati nelle feste di Halloween o nelle serate tra amici che non sanno come passare il tempo. E’ uno strumento che permette, teoricamente, di comunicare con  gli spiriti e il mondo dell’aldilà, quindi è facile immaginare la potenziale ispirazione per un film horror. Tuttavia, dopo il tentativo fallito nel 2014 con il film Ouija diretto da Stiles White, Hollywood ha scelto di rilanciare con Ouija – L’Origine del Male, affidando la regia a Mike Flanagan, padrone del genere dopo i discreti Somnia e Oculus.

Ouija L'origine del male recensione

I rischi del paranormale

Siamo negli anni ’60 e una vedova vive a Los Angeles con le sue due figlie, facendo sedute spiritiche a pagamento per “aiutare” la gente che ha bisogno di parlare con un caro defunto o sistemare quelle questioni irrisolte trovando conforto. Ma le capacità della donna sono solo una messa in scena, una serie di trucchi elaborati per creare l’illusione di un potere paranormale che non esiste, almeno fino a quando non appare una presenza demoniaca inquietante che ha qualcosa da dire. La figlia più piccola viene scelta come veicolo del messaggio dal mondo dei morti, confermando da subito la poca originalità del film.

Ouija 2

Cambia regista ma la storia non convince come il primo film

Non basta la regia di Flanagan per rendere convincente una storia già vista mille volte, che ripropone la lista completa delle idee dei film horror per incutere paura nello spettatore. Il piccolo di casa posseduto che comincia a camminare sulle pareti, sorprende con movimenti veloci, comunica con bisbigli incomprensibili o con voce cavernosa e subisce delle mutazioni fisiche evidenti. Sembra di essere di fronte all’ennesima brutta copia de L’Esorcista, in cui la noia prende il sopravvento sulla tensione e il terrore.

La sceneggiatura è alquanto prevedibile e i personaggi sono inconsistenti, dal prete ordinario interpretato da Henry Thomas alle giovani Annalise Basso e Lulu Wilson che non mostrano una particolare espressività come la madre interpretata da Elizabeth Reaser. Ouija – L’origine del male è un thriller debole ed imperfetto, che non spaventa e non coinvolge, come gran parte dei film di questo genere per cui solo James Wan sembra in grado di lasciare il segno con la creatività e lo stile personale delle serie The Conjuring e Insidious.

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