Al Pacino a Venezia, conferenza stampa di Manglehorn

A Venezia è sbarcato anche Al Pacino, uno degli interpreti più influenti del cinema internazionale, maestro e icona del mestiere dell’attore che ormai pratica da molti anni. La Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ospita infatti ben due film che lo vedono protagonista, come Manglehorn di David Gordon Green e The Humbling di Berry Levinson. Nel primo Pacino interpreta un fabbro di una piccola città, che vive da solo, dopo essersi separato dalla moglie e un figlio con cui non ha un grandissimo rapporto. Non ha mai dimenticato il suo primo ed unico amore, Carla, alla quale indirizza lettere d’amore e pensa in continuazione, senza riuscire ad andare avanti con la sua vita alla ricerca di nuove possibilità. L’incontro con una donna interpretata da Holly Hunter comincia a sgretolare questo muro che lo circonda, e Manglehorn comincia a ritrovare, a fatica, la voglia di vivere e di connettersi con la gente che lo circonda. Al Pacino, il regista David Gordon Green e l’attore Chris Messina hanno parlato del film nella conferenza stampa di questa mattina al Palazzo del Cinema del Lido, svelando curiosità e interessanti punti di vista di questo progetto.

Al3In questo film è riuscito a dare un volto alla tenerezza, ma come è riuscito ad mantenerla per tutto il film?

Al Pacino: Non ho cercato di essere tenero, ma sono contento che sia emerso questo. David mi ha guidato, l’idea che lui e Paul (Logan) hanno messo nel copione prevedeva già il gatto del personaggio…chi non ama avere un animale vicino?…io ne ho molti e amo gli animali. Il gatto aiuta a sviluppare il personaggio. Manglehorn ama la nipote, le persone con le quali crea un rapporto. Non sono mai stato così depresso. Questo personaggio cerca di avvicinare gli altri e di connettersi con loro, ma deve lasciare andare il passato e questo era già nella sceneggiatura, che è rimasta la stessa fin dall’inizio.

Perchè hai scelto Al Pacino e cosa hai visto in lui del personaggio di questo film?

David Gordon Green: L’ho incontrato a Los Angeles e ho avuto delle immagini di Al, lo rispetto molto come attore e volevo lavorare con lui da sempre. Ho visto in lui alcune parti del personaggio, ho visto i suoi gesti e al mio ritorno da Los Angeles mi sono chiesto quale parte di lui potevo utilizzare per questo film, che a che fare con i sentimenti.

Cosa ne pensa della depressione e dell’ Actor’s Studio?

Al Pacino: Ci sono tanti livelli nella parola depressione. Qui si tratta di un uomo che lascia andare le cose, e questo lo porta a vivere in un ambiente molto chiuso. Cerca di vivere nel chiuso della sua vita, però ho trovato interessante che acquisisca una maggiore consapevolezza di sè durante il film. Anche ne Il Padrino per esempio avrei potuto immaginare che Corleone fosse depresso… :) Penso che l’Actor’s Studio stia fiorendo, e la cosa che mi piace è che se ne parla molto e che ha un notevole spirito di sperimentazione. All’inizio era un posto dove gli attori potevano sperimentare il loro talento. Oggi lo spirito di Hollywood è diverso, non migliore o peggiore ma semplicemente diverso.

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Per il finale del film con il mimo si è ispirato a Blow Up?

David Gordon Green: Certo, l’ho visto. Ho cercato di trovare una firma, un segno che Manglehorn potesse lasciare nel mondo e che gli permettesse di andare avanti. L’ispirazione mi è arrivata da una mente di grande talento, una babysitter che lavora per me e lo ha fatto con grande talento. Questo ci ha permesso di avere la visione del mondo del personaggio, nel suo cuore c’era un suggerimento più reale. Poi nella post produzione abbiamo rivisto al film e ci è venuto in mente Blow Up, oltre ad altri riferimenti legati più al teatro.

Al4Lei ha lavorato a molti film di genere diverso, come mai?

David Gordon Green: Ho entusiasmo per studiare vari generi, attori, ruoli e location. Mi considero un fan del cinema come il pubblico, guardo vari film anche più volte al giorno. Mi piacciono i film di Al. Vivo in Texas e lì cerchiamo di avere contatti nel quartiere. Abbiamo fatto questo film su una base molto personale.

Come è stato lavorare con Al Pacino?

Chris Messina: Non fa paura recitare con Al..lui o Marlon Brando per esempio, sono attori che rispetto da sempre e per i nostri tempi penso che Pacino sia il Marlon Brando della situazione. Ho studiato all’ Actor’s Studio e ne sono membro ed è stato per me come una casa, un luogo in cui crescere. Ci siamo incontrati anche per Salomè prima di andare a Broadway e ho avuto la fortuna di vederlo lavorare. Ogni giorno è una lezione e va sempre più a fondo di quello che fa e continua a porsi domande. Nel film ogni ripresa abbiamo cercato di approfondirla al massimo, mentre Green preparava il terreno.