33 TFF: Panthom Boy, la recensione del film dagli autori di Un Gatto a Parigi

All’interno della sezione Festa Mobile del Torino Film Festival 2015 è stato presentato il film d’animazione Phantom Boy che arriverà nelle sale italiane nel 2016 grazie a Pier Francesco Aiello e la P.F.A. films. Siete rimasti colpiti dalle atmosfere romantiche e noir di Un Gatto a Parigi? Allora amerete anche questo nuovo progetto di Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli che scelgono di raccontare un tema importante come la malattia in giovane età con una visione delicata ed efficace.

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Ambientato a New York Phantom Boy racconta la storia di un misterioso malvivente sfigurato che spara e ferisce gravemente Alex, l’ispettore di polizia che è sulle sue tracce. Immobilizzato in ospedale, Alex incontra Leo, un ragazzo di undici anni che ha la capacità di uscire dal suo corpo. Come un fantasma, invisibile a tutti, il ragazzo vola e passa attraverso i muri. Quando il gangster sfigurato minaccia la città con un virus informatico, grazie ai poteri straordinari del bambino, Alex riprende la sua inchiesta. Ad aiutarli sarà una volenterosa e testarda giornalista.

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Un bambino gravemente malato diventa un supereroe in questo film d’animazione che segue le linee guida del poliziesco più classico, con una contaminazione fantastica che trasporta il pubblico in una dimensione onirica leggera ma emozionante e a tratti commovente. I registi francesi scelgono una commistione di generi diversi, ma la regia e la sceneggiatura si mantengono dinamiche e coinvolgenti per una storia avventurosa e ben costruita, che offre tuttavia numerosi spunti di riflessione. Il protagonista di soli 11 anni deve affrontare una sfida importante per se stesso e la sua famiglia: sopravvivere. La sua malattia assume in un certo senso le sembianze di un pericoloso criminale con il viso che sembra ricordare un quadro di Picasso, e la sua capacità di abbandonare il corpo nel sonno in ospedale e volare per la città aiutando la polizia a risolvere un caso importante, diventa una via di fuga dalla realtà ma anche uno strumento per sconfiggere la parte negativa della sua vita. Gagnol e Felicioli scelgono, anche in questa occasione, di andare contro corrente, preferendo il disegno a mano su carta per la realizzazione di Phantom Boy. Il loro tratto delicato ed elegante mantiene lo stile sensibile e nostalgico che ha conquistato già pubblico e critica con Un gatto a Parigi. I film d’animazione hanno spesso la responsabilità di spiegare ai più piccoli situazioni e difficoltà del mondo in cui viviamo, e quando si parla di malattia, occorre una discrezione e una professionalità che tenga conto della fragilità e della semplicità del pensiero infantile. Phantom Boy riesce in questo e lo consigliamo anche ad un pubblico adulto.

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