Parigi può attendere, la recensione del film on the road di Eleanor Coppola

Qualcuno una volta disse “la parte migliore è il viaggio, non la destinazione” ed Eleanor Coppola deve aver tratto ispirazione da questa riflessione letteraria per scrivere e dirigere il film Parigi può Attendere, nelle sale italiane dal 15 Giugno 2017 con Good Films.

Dopo aver diretto numerosi documentari, infatti, la moglie del celebre Francis Ford Coppola e madre di Sofia, ha deciso di approdare sul grande schermo con una commedia romantica on the road sullo sfondo di un suggestivo paesaggio della campagna francese.

Diane Lane in Parigi può Attendere

In viaggio con uno sconosciuto

Diane Lane è la moglie di un famoso produttore cinematografico interpretato da Alec Baldwin, che è sempre molto impegnato con il lavoro e non trova il tempo da dedicare esclusivamente alla famiglia. Da Cannes devono andare a Budapest per poi raggiungere finalmente Parigi per una vera vacanza, dove i cellulari non sono ammessi. Ma, per motivi di salute, la donna non può prendere l’aereo e si affida al collega francese del marito Jacques (Arnaud Viard) per un viaggio in macchina dalla Costa Azzurra alla capitale francese.

Come è facile immaginare la scelta di Baldwin di lasciare la moglie nelle mani di un connazionale di Jean Dujardin e Jean Paul Belmondo per diverse ore comporta dei rischi, e non per un thriller ma per un romance intrigante e leggero, tra calici di vino, buon cibo, sorrisi ammiccanti e un velo di malinconia.

Il buon cibo che fa innamorare

La Coppola sembra essere stata influenzata da film come Un’Ottima Annata o Sideways, raccontando un viaggio alla scoperta delle bellezze della Francia con un’attenzione particolare per il cibo, argomento intorno a cui ruota gran parte della sceneggiatura. Sembra quasi di vedere A Spasso con Daisy proposta in chiave di rubrica gastronomica con un itinerario scandito da pause nei ristoranti più rinomati. Infatti l’affascinante Jacques trova sempre il modo di fermarsi a visitare un posto lungo la strada, come una guida turistica per Diane Lane che, tuttavia, deve amare trascorrere il tempo delle riprese in Europa se ricordiamo Sotto il sole della Toscana del 2003.

Quindi il viaggio per Parigi diventa infinito e offre l’opportunità ai due protagonisti di conoscersi meglio e vivere un’avventura emotivamente importante e curiosa. Lei non riesce a lasciarsi andare perchè in fondo è innamorata del marito nonostante il loro matrimonio abbia alcune zone d’ombra, ma, da buon francese, Jacques sa quali carte giocare per fare colpo ed intraprende un cammino di fiducia e provocazione costante.

Una scena dal film Parigi può attendere

Si percepisce, tuttavia, una esagerata presenza di cliché e luoghi comuni sulla cultura europea e, in particolare, sulle usanze e la personalità dei francesi. Una visione fin troppo da cartolina che non permette al film di avvicinarsi alle atmosfere dei film di Woody Allen, anche se il registro stilistico della Coppola sembra volersi avvicinare a quel genere.

Parigi può attendere è un film delicato e raffinato, ma sostanzialmente già visto, con una struttura narrativa debole ma un cast indovinato. Diane Lane brilla sulla scena, immersa nella natura in fiore di una stagione estiva,  dimostrando alle colleghe che, anche oltre i 50 anni, si può mantenere un fascino naturale senza ricorrere alla chirurgia estetica. Baldwin e Viard sono più che altro due spalle della protagonista, che la regista sceglie di mettere al centro per dare una nota rosa al suo film. Una tenera riflessione sul matrimonio, le responsabilità, i rimpianti e l’amore tra romanticismo, ironia e malinconia.