“Penultimo Paesaggio” di Fabrizio Ferraro, la recensione

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Nei film muti erano immagine e colonna sonora a parlare al pubblico, ad attrarlo e a stupirlo, esse riuscivano a trasmettere molto più della parola, tanto che ci sono molte persone ancora fermamente convinte che il cinema migliore sia proprio quello…che Fabrizio Ferraro faccia parte di quella ristretta ma facoltosa categoria?

Il suo Penultimo Paesaggio è davvero un film che sembra d’altri tempi, non solo è del tutto in bianco e nero, ma i dialoghi sono talmente rari che spesso si smette di aspettarsi che gli attori parlino. Fondamentalmente quello che il regista vuole comunicare attraverso i suoi due attori, i suoi due corpi, è appunto l’incomunicabilità. E Luciano Levrone e Simona Rossi ci riescono davvero. Lui trasmette una sorta di noia, un’impotenza davanti allo scorrere della vita e degli eventi che non gli lascia molto da dire o da pensare, paleserà la sua opinione sulle persone ed in particolare sul rapporto che hanno con il lavoro e con la quotidianità solo alla fine del film. Lei invece spesso ha lo sguardo quasi ipnotizzato, stupito, forse perché è più giovane e perché non può fare a meno di sperare ancora di essere felice un giorno, solo però, smettendo di guardare i “telegiornali”, smettendo di rimanere sintonizzata con il mondo che la circonda, perché evidentemente può solo peggiorare il suo umore.

Parigi fa loro da sfondo, nel suo caos che ci impedisce anche di sentire quello che i due amanti si dicono, nel suo continuo traffico di auto, persone, parole. Un tema già affrontato quello della coppia che isolata dal caos cittadino vive la propria sessualità, un qualcosa di già visto, ma pur sempre un tema molto valido, se non fosse per tutte le digressioni che il regista ha deciso di inserire all’interno del lungometraggio, che siano storiche o di altra natura il film ne soffre di sicuro. Non solo Penultimo Paesaggio pecca di eccessiva lunghezza, ma c’è un’eccessiva voglia di restituire ogni singola azione alla sua originale durata, spesso può essere una soluzione poetica ammirevole, ma stavolta non fa che appesantire il tutto, portando inevitabilmente allo sbadiglio.

Un’opera non del tutto riuscita. Lodevoli i presupposti, coraggiosi i due attori a mettersi in discussione in due ruoli tanto controversi, prestano il loro volto a due corpi che stanno male su questo mondo, ma forse c’è stato qualche problema nello…svolgimento. Penultimo Paesaggio uscirà nelle sale il 12 di Dicembre, distribuito da Movimento Film.