Pieraccioni ha presentato a Roma Un Fantastico Via Vai

Questa mattina, presso il cinema Adriano di Roma, è stato presentato alla stampa Un Fantastico Via Vai, il nuovo film di Leonardo Pieraccioni al cinema dal 12 Dicembre, distribuito in circa 500 copie dalla 01 Distribution e prodotto da Levante e Rai Cinema. Dopo un equivoco con la moglie (Serena Autieri) , Arnaldo si accorge che forse la sua vita ordinaria gli va un po’ stretta e, in un momento di follia, decide di andare a vivere in una casa abitata da quattro studenti universitari (Giuseppe Maggio, David Sef, Chiara Mastalli, Marianna Di Martino) . Il regista toscano esplora il mondo dei ventenni, fatto di sogni e ambizioni, ma anche un vortice di sentimenti contrastanti verso se stessi, il mondo e la propria famiglia. Pieraccioni e il cast, animato da alcuni comici italiani di un certo rilievo come Maurizio Battista, Marco Marzocca, Massimo Ceccherini e Giorgio Panariello, hanno raccontato la realizzazione del film tra creatività e divertimento. D’altra parte con questi professionisti della risata tutti insieme sul set, possiamo immaginare la difficoltà nel rimanere seri.

Leonardo Pieraccioni: Il film nasce dai tanti incontri che ho fatto nelle Università, dove sono stato per lavoro. I ventenni mi hanno regalato molto, tutti questi incontri, fosse stato per me, sarebbero finiti andando a mangiare una cosa insieme. Invece spesso i ragazzi alla fine dell’incontro mi chiedevano l’autografo e mi davano del lei. Questo mi ha fatto pensare al fatto che dentro uno può anche avere 15 anni, ma fuori no. Quando ho incontrato Paolo Genovese, quasi per caso, mi ha parlato di un’idea di un signore di quasi 50 anni buttato fuori di casa che va a vivere con degli studenti. Così ci siamo confrontati e abbiamo scritto insieme.  Arnaldo è un privilegiato, ha un bel lavoro, una moglie, due figlie e una bella villa. Per lui è come se si azionasse una grande macchina che torna indietro nel tempo.

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Come ti sei trovato a lavorare con Paolo Genovese per la sceneggiatura?

Leonardo Pieraccioni: Il suo metodo è imbrigliare subito la storia. Noi invece spesso cominciamo a scrivere e poi sistemiamo i personaggi. Con lui invece la scrittura è stata più rigorosa e questo ha dato i suoi frutti. Un altro modo di lavorare che comunque mi è piaciuto. Lavoravamo anche separatamente con e-mail che uno e l’altro elaboravamo a distanza, stando io a Firenze e lui a Roma ma ha funzionato bene.

Nella scena della fuga dal ristorante hai voluto fare una citazione de I Laureati? Per una nostalgia del passato?

Leonardo Pieraccioni: L’età c’è per quelle corse, laddove si faceva una zingarata da giovani, ora c’è la ‘figuretta’. Fai tristezza se scappi da una trattoria, rimanendo così con il fiato corto per strada.

Panariello il suo personaggio permette di affrontare il problema del razzismo. Sarebbe bello se anche nella realtà basterebbe un bel discorso per risolvere questo problema?

Giorgio Panariello: Bastasse il cinema a risolvere questi problemi sarebbe facile, ma usare un mezzo così per arrivare a tanta gente è una cosa buona. Il mio personaggio per esempio poi è strano perchè ama gli animali e odia i neri. Comunque è uno di quei ruoli contrario a quello che sei nella vita, ma il bello di fare l’attore è proprio questa possibilità di interpretare personaggi diversi da te.

Leonardo Pieraccioni: Io sono fortunatissimo perché i comici hanno una doppia valenza, hanno tutti i toni del dramma e sono bravi a fare i comici Citando Woody Allen ‘Gli attori drammatici non possono fare la commedia, mentre i comici possono fare tutti i ruoli‘. Battista filtra tutta la sua vita nella comicità, ma nella vita la dura comicità dura 24 ore.

Come sono cambiati gli universitari dai tuoi tempi ad oggi?

Leonardo Pieraccioni: Il ventenne è il cuore, da 20 a 25 anni c’è questo tsunami di emozioni fantastico. Emozioni che diventano tatuaggi. Questi quattro personaggi ascoltano questo babbo giovane o fratello maggiore e capiscono che lui ha la stessa onda d’urto emozionale che hanno loro e gli risolve alcuni problemi. Sono tutti attori bravissimi, li ho scelti con RbCasting, e ho avuto l’imbarazzo della scelta, perché è una fascia d’età in cui sono molto preparati rispetto a noi alla loro età.

_LEO5740Cosa pensi di Checco Zalone e del suo successo al cinema? Chi temi al botteghino?

Leonardo Pieraccioni: Checco Zalone è fortissimo, è un attore comico iper efficace. Io l’avevo chiamato per un mio film nel momento in cui invece è stato impegnato con Medusa per fare il suo. Al botteghino temo ovviamente Lo Hobbit, perché piace a piccoli e grandi perché fa paura. Allora io avevo proposto di chiamare il film “Lo Ceccherini”.

Paolo Genovese come è stato lavorare con Pieraccioni?

Paolo Genovese: E’ stato molto divertente soprattutto perché Leonardo oltre a scrivere il film con te, lo recita, ma non solo il suo ruolo, imita tutti gli altri. In dei momenti gli servirebbe una dattilografa più che uno sceneggiatore per il flusso incredibile di idee.

Conosce Renzi? Cosa ne pensa?

Leonardo Pieraccioni: Se Renzi cominciasse a fare il nostro mestiere non ce ne sarebbe più per nessuno, visto che è un ragazzo poliedrico. Come tiene il palco lui anche Carlo Conti ha paura che gli tolga il programma Tale e Quale show! Comunque lavorerei con lui, ma lui sarebbe il comico e io la spalla.