Selma – La Strada per la Libertà, la recensione

Al centro delle polemiche per l’esclusione dalle nomination degli Oscar 2015 di Ava DuVernay come regista e di David Oyelowo come Miglior Attore Protagonista, Selma – La Strada per la Libertà è stato presentato in anteprima alla 65° edizione del Festival di Berlino e sarà nelle sale italiane il prossimo 12 Febbraio.

TRAMA SELMA

La regista afroamericana porta sullo schermo la sofferta marcia di protesta pacifica da Selma a Montgomery, in Alabama, guidata da Martin Luther King. Sotto il comando del rigido governatore George Wallace, interpretato da Tim Roth, si svela un lato degli Stati Uniti chiuso in se stesso e ostile verso la popolazione di colore dello Stato, alla quale vengono negati una serie di diritti civili fondamentali. Dopo aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace all’inizio del film, la storia si concentra sulle tre marce organizzate da King e i suoi sostenitori nel 1965, per ottenere il diritto di voto per i neri americani, e la conseguente registrazione nelle liste elettorali, per sostenere un’integrazione, ancora frenata dai numerosi razzisti e segregazionisti del Sud. I tentativi di marciare, tuttavia, sono avvertiti dal governo americano come un atto rivoluzionario, richiamando la repressione sporca di sangue.

Selma film

RECENSIONE

Selma – La Strada per la Libertà è un film dal sapore biografico, che si fonda su una ricerca attenta e completa delle fonti e documenti dell’epoca e degli avvenimenti raccontati. Girato sui luoghi reali che hanno visto cadere e rialzarsi delle persone innocenti che combattevano soltanto per il loro diritto di cittadini americani, il film di Ava DuVernay ripercorre un momento di storia che ha lasciato il segno, la crociata di Martin Luther King per l’idea di un mondo migliore che urla unanime a favore dell’uguaglianza. David Oyelowo porta sullo schermo l’uomo, il leader, e l’idealista King con delicatezza e serietà, ma la regista sceglie di presentare anche i lati più fragili del personaggio, entrato nella storia come contraltare cristiano di Malcom X, che alla non violenza preferiva invece un’ azione determinata e decisiva, anche usando maniere anti-convenzionali. Il film non si limita a raccontare cronologicamente quanto accaduto sul celebre Edmund Petts Bridge, ma svela i pensieri e i sogni di un uomo fortemente convinto dei benefici della non violenza, diviso tra la famiglia e il dovere, fino alla tanto agognata firma di Johnson al Voting Right Act.

Emozionante e toccante vedere i filmati di repertorio misti alle classiche inquadrature del film, che permettono di vivere più intensamente la storia, portando lo spettatore vicino a quelle persone che hanno vissuto atti di repressione, violenza non giustificata, solo per il colore della loro pelle. Un momento storico investito dal sangue e dall’ignoranza, che ha bisogno di essere raccontato e Selma – La Strada per la Libertà risponde anche a tale scopo didattico. Ava DuVernay si avvale di un cast notevole che, oltre all’ottimo protagonista, comprende Tim Roth, Carmen Ejogo, Giovanni Ribisi, Tom Wilkinson, Cuba Gooding Jr e Oprah Winfrey. Quest’ultima, anche produttrice del film, torna ad interpretare un piccolo ma fondamentale ruolo in un film biografico, dopo il recente The Butler – Un Maggiordomo alla Casa Bianca al fianco di Forest Whitaker. Lasciando da parte i paragoni con i film del passato cinematografico che hanno raccontato i mille volti di Martin Luther King, questo film è da vedere, non solo per un fine di dibattito storico e politico, ma per riflettere sugli errori dell’uomo e sulla forza d’animo e la dignità che fanno scoppiare rivoluzioni e portano ad inevitabili conseguenze, ma perseguono un indispensabile cambiamento che racchiude una incredibile speranza.

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