Il nuovo film di Emanuele Crialese Terraferma” ha creato scompiglio al Festival di Venezia di quest’anno, poiche’ incentrato su una tematica molto scomoda per il nostro paese, ovvero l’immigrazione e l’inarrestabile arrivo di poveri naufraghi provenienti dai paesi piu’ poveri a bordo di gommoni sovraffollati.

In uscita nelle sale il prossimo 7 settembre 2011, il film del regista siciliano in concorso a Venezia 68 irrompe nel festival come una perla del cinema italiano degli ultimi tempi, raccontando una storia importante e dalle mille sfaccecattature che assume le sembianze di una favola moderna in azzurro, nonostante il tema molto realistico e attuale intorno a cui la trama e’ costruita. Il nostro mare da qualche tempo e’  scenario di arrivi inaspettati, e riguardo questo fenomeno si sono fatte strada mille opinioni contrastanti con basi politiche ma anche umane. Crialese in “Terraferma” prende lo spunto dai fatti di cronaca per mettere in scena comunque una storia sua, vista con gli occhi di un ragazzo di venti anni, Filippo, che vive in un’isola siciliana di cui non viene reso noto il nome e si ritrova a dover prendere delle scelte importanti. Recuperare gente in mare sembra essere vietato dalle forze dell’ ordine italiane, ma lui e il nonno non esitano nemmeno un secondo per soccorrere con il loro peschereccio alcuni dei poveri profughi, deboli e provati da un lungo viaggio. Per questo se la dovranno vedere con una serie di scomode conseguenze, che comunque non serviranno a fermarli.

L’immigrazione e la polemica sul modo in cui il regista ha affrontato il tema delicato degli sbarchi clandestini non sono mancate, ma e’ solo un lieve contorno del vero significato di questo film. Infatti, queste tematiche sono solo lo sfondo di una storia molto intensa e coinvolgente che affronta la diversita’, l’amore per il prossimo e la compassione per coloro che non sono invasori, come ritratti da qualcuno, ma sono persone che non si sentono al sicuro nel loro paese e cercano semplicemente la pace. La famiglia di Filippo accoglie in particolare Sara, una povera donna rinvenuta in mare e interpretata da Timnit T., una vera naufraga arrivata in Italia in grave condizioni, che lo stesso Crialese ha contattato per conoscere meglio la sua storia e raccontarla. Lei e la mamma di Filippo, Giulietta, interpretata molto bene da Donatella Finocchiaro, sono due donne uguali appartenenti solo a due culture diverse, ma desiderano entrambe una nuova vita con i propri figli. Con questo rapporto articolato e forte, potente e delicato nello stesso tempo, il regista ha voluto proprio dimostrare che non c’e’ diversita’ tra noi e loro, ma semplicemente la fortuna di vivere nel paese giusto e’ l’unica differenza che ci contraddistingue.

Con un cast molto convincente, da Beppe Fiorello, a Donatella Finocchiaro e il giovane Filippo Pucillo, “Terraferma” coinvolge lo spettatore in un vortice di emozioni, immergendolo in un oblio in bilico tra realta’ e mito, con la descrizione di rapporti umani veri e forti e una ricerca estetica che arriva al suo scopo piu’ nobile ed emozionante. Scene memorabili: il confronto tra Giulietta e Sara in un abbraccio che dice tutto senza parole,  il tuffo di gruppo dalla barca turistica diventata anche la locandina ufficiale del film poiche’ magica e spettacolare dal punto di vista visivo e il soccorso finale del gruppo di profughi sullo spiaggia, in cui anche la gente in vacanza mette da parte i luoghi comuni e l’atmosfera di relax per aiutare il prossimo che ha bisogno in quel momento di loro.