The Butler – Un Maggiordomo alla Casa Bianca, recensione

Nel 2008, poche settimane prima della storica elezione di Barack Obama, un giornalista del Washington Post Will Haygood fece mille telefonate e mille ricerche per trovare un afro-americano che avesse lavorato alla Casa Bianca e potesse testimoniare del movimento dei diritti civili e altre interessanti questioni dal dietro le quinte. Così conobbe Eugene Allen, un uomo che oggi ha 89 anni ed è stato maggiordomo di ben otto presidenti degli Stati Uniti dagli anni ’50 agli anni ’80.

La sua storia, ricca di avvenimenti e retroscena, ha conquistato non solo Haygood, ma anche Hollywood che ha ritenuto di dover fare al più presto un film. Così, dal 1 gennaio 2014 sarà nelle sale italiane The Butler – Un Maggiordomo alla Casa Bianca, diretto da Lee Daniels, il regista premio Oscar per l’intenso Precious, che racconta proprio la vita di Eugen Allen, nel film Cecil Gaines, che nel 1926 fugge dalla tirannia del Sud per cercare una vita migliore e, dopo vari ostacoli e tristi perdite, diventa maggiordomo all’interno della Casa Bianca, conoscendo ben otto Presidenti americani e assistendo agli eventi e cambiamenti della scena politica americana e le relazioni razziali. Ripercorrendo la vita personale e professionale di Gaines, Daniels riesce a raccontare la storia americana, dall’assassinio di John F. Kennedy e Martin Luther King, ai movimenti dei Freedom Riders e delle Black Panther, fino alla Guerra in Vietnam e lo scandalo del Watergate. Forest Whitaker, che molti ricorderanno nella straordinaria performance in L’Ultimo Re di Scozia, interpreta Gaines, un uomo onesto, lavoratore e legato alla famiglia, che cerca di portare avanti la sua vita e quella dei suoi cari con estrema umiltà e rigore, senza sottomettersi ai propri datori di lavoro, ma osservando e controllando dall’interno i fatti e la dinamica degli eventi che accadevano in America in quegli anni.

the_butler3Il figlio, membro attivo dei famosi movimenti di protesta come i Freedom Riders e le Black Panther, ha un rapporto difficile con il padre, maggiordomo, chiamato volgarmente ‘negro di casa’, poiché lo ritiene un’anima debole al servizio dell’uomo bianco, senza una sua volontà e dignità, mentre lui combatte per la sua gente, in strada, senza paura e senza peli sulla lingua. Daniels ritrae il protagonista come un uomo non sottomesso all’autorità,  ma rispettoso e generoso, che vive per lavorare e dare un tenore di vita soddisfacente alla sua famiglia, per tenerla lontana dalla sofferenza e l’emarginazione che lui ha conosciuto in gioventù. The Butler è un film completo e ricco di spunti di riflessione, che prende ispirazione dalla vita reale ma trova nella messa in scena un insieme perfetto di commozione, sentimento e drammaticità, anche grazie ad un cast stellare che, oltre all’ottina interpretazione di Forest Whitaker, brilla anche per la presenza di Oprah Winfrey, John Cusack, Robin Williams, Jane Fonda, Alan Rickman e Lenny Kravitz.

thebutler01Si può rimproverare a Daniels un’eccessiva lunghezza del film, che risiede nella ripetitività della sceneggiatura che rallenta il ritmo del film in diverse scene. La storia richiedeva maggiore linearità e sintesi, ponendo l’attenzione sui momenti fondamentali, mentre si avvertono diversi momenti superflui, che potevano essere tagliati senza provocare rotture o difetti nel film. The Butler – Un Maggiordomo alla Casa Bianca è uno di quei film drammatici e sentimentali, ispirati alla vita vera, che conquistano per una storia interessante ed emozionante, per i protagonisti di spessore e per l’approfondimento di eventi storici realmente accaduti analizzati da diversi punti di vista, ma in questo caso la sceneggiatura mette un freno di troppo e di tanto in tanto si avverte qualche falla nella macchina complessiva di Daniels.

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