The Dressmaker, la vendetta veste Dior

Jocelyn Moorhouse ha lasciato passare oltre quindici anni prima di tornare dietro la macchina da presa. Infatti dopo Segreti del 1997, la regista australiana porta sul grande schermo The Dressmaker, una commedia grottesca ispirata all’omonimo romanzo di Rosalie Ham. Il film, presentato in anteprima alla 33° edizione del Torino Film Festival, ritrova una Kate Winslet in splendida forma nel ruolo della protagonista Myrtie “Tilly” Dunnage, insieme a Judy Davis, Liam Hemsworth e Hugo Weaving.

Dopo aver passato molti anni in Europa, Tilly Dunnage torna a Dungatar per assistere la madre anziana e malata. Questa piccola cittadina nell’Australia rurale ha cacciato Tilly quando era solo una bambina, in seguito ad un incidente misterioso che aveva causato la morte di un suo compagno di scuola. Pensando tutti che la tragedia fosse colpa sua, la  caricarono in macchina strappandola alla madre e al suo paese. Ma poichè non tutti i mali vengono per nuocere, Tilly ha avuto così la possibilità di realizzarsi professionalmente ed imparare il mestiere della stilista e della sarta che, al suo ritorno, l’ha aiutata a trovare un ruolo nuovo all’interno di quella comunità ambigua e spietata. Il film vive di un umorismo brillante e provocatorio, grazie al coinvolgimento di una rosa di personaggi ben scritti ed irresistibili. Judy Davis nei panni di una donna trascurata ed anziana che alterna momenti di simpatica follia ad una materna tenerezza, e un inedito Hugo Weaving estremamente autoironico nel ruolo di un poliziotto autorevole con il debole per la moda femminile, arricchiscono un cast forte anche del talento dei ruoli di supporto.

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Con uno stile narrativo in cui riecheggiano le atmosfere western e tarantiniane, Kate Winslet si muove perfettamente regalando un’interpretazione unica ed ironica, passando da una versione soft di Uma Thurman in Kill Bill al personaggio della tata killer interpretato da Maggie Smith in La Famiglia Omicidi del 2005. Dungatar è un piccolo villaggio polveroso ed isolato dal resto del mondo, in cui i vari abitanti tessono una tela di bugie, tradimenti ed omissioni, il tutto condito da una buona dose di pettegolezzo. Abitudini grottesche ed infelici sono diventate routine, mentre quella casa abbandonata e spettrale sulla collina nasconde l’emarginata Molly Dunnage, fino all’arrivo della figlia. Il ritorno di Tilly si rivela una rivoluzione che porta ad un risveglio della cittadina attraverso il senso dell’eleganza e del bello propri della moda. Infatti il suo talento nella creazione di vestiti ed accessori di alto livello, diventa un vaccino per provare ad eliminare il virus della cattiveria e della negatività che aveva avvolto Dungatar dal giorno della sua partenza.

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La regista realizza una commedia esilarante ed esteticamente accattivante, in cui la comicità vira più volte verso il dramma, intrattenendo lo spettatore a pieno ritmo. The Dressmaker coinvolge ed emoziona, regalando sorrisi spensierati e lacrime sincere, anche se la durata generale poteva essere ridotta tranquillamente in fase di montaggio per un risultato più efficace. Sulle note di una musica blues volutamente vintage, i costumi sono i co-protagonisti che catturano l’attenzione dello spettatore, mentre Jocelyn Moorhouse si diverte a raccontare una storia originale, abbracciando tanti generi di film diversi che solo un bravo regista riesce a far convivere come una grande orchestra di immagini e parole. Da non perdere!

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