Caccia: pratica di catturare o abbattere animali, solitamente selvatici, per l’approvvigionamento di cibo, pelli o altre materie oppure per scopo commerciale o ricreativo, sport. Nella caccia esistono due attori, la preda, e il cacciatore, ma la loro relazione spesso risponde a dinamiche casuali. Cosa determina i loro ruoli?

Nel film dell’iraniano Rafi Pitts, il caso, imprevedibilità dell’esistenza, muove gli ingranaggi della storia.
Alì é un ex carcerato da poco in libertà, che tenta di ricostruirsi una vita tra il nuovo lavoro di guardia notturna e la sua famiglia, sua moglie e sua figlia. La caccia, sua passione, è la sua fuga dall’oppressione della vita della città.
Un giorno, rientrando a casa, non trova ne la moglie ne la figlia. Dopo ore scopre che la moglie è stata vittima accidentale di una sparatoria tra polizia e manifestanti durante una manifestazione, e la figlia è scomparsa. La frustrazione per il precipitare degli eventi porterà il protagonista in pieno giorno, a sparare da una collina, a caso su una strada trafficata.
Così com,e per un incidente, Sara, la moglie, perde la vita, senza alcun motivo due poliziotti saranno vittime della disperazione di Alì. Inizierà una caccia all’uomo nei boschi fuori città, in cui la distinzione tra preda è cacciatore si assottiglierà sempre di più.
Un silenzio assordante accompagna le giornate di Alì, un senso d’isolamento e oppressione che schiaccia inesorabilmente il protagonista. La morte della moglie e la scomparsa della figlia, nella loro imprevedibilità, sono vissute dal protagonista fuori campo, comunicate con freddezza da un poliziotto.

La città, l’ambiente intorno ad Alì sembra sordo, ovattato sin dall’inizio, come ad opprimere il respiro e le azioni del personaggio.
Ne emerge un ritratto di Teheran inedito, una giungla di cemento, indifferente alla tragedia del protagonista, che richiama la Los Angeles di Collateral di Michael Mann. La storia del cinema è piena di storie di caccia, caccia all’ uomo, inseguimenti, che mettevano che raccontano la lotta per la sopravvivenza, l’istinto del cacciatore, proprio della natura umana, o la tensione della competizione, con l’avversario, o con se stessi. Nel film di Pitts si diventa vittime o carnefici per caso, e come spinti da una forza ineluttabile, i personaggi si trovano a cambiare posizione.
Preda e cacciatore, cacciatore e preda, il continuo scambio di questo binomio diventa specchio di una società opprimente e frustrata, vittima senza carnefice. Un film dal forte rigore formale, coraggioso, che è costato al regista l’esilio dal Iran.