The Pills, intervista esclusiva a Luca Vecchi: “Il lavoro non c’è e bisogna reinventarsi!”

Chi conosce YouTube conosce sicuramente i The Pills, l’originale gruppo comico composto da Luca Vecchi, Matteo Corradini e Luigi Di Capua che, dopo alcune web-serie e la conduzione del divertente Late Night with The Pills e dell’atteso Non ce la faremo mai, approda al cinema con The Pills – Sempre meglio che lavorare, un film che racconta la storia di Luigi, Matteo e Luca, tre trentenni che hanno un solo obiettivo nella vita: l’immobilismo post adolescenziale. Così, invece di stare dietro a stage e colloqui di lavoro, i The Pills preferiscono impiegare il loro tempo sparando idiozie su tutto quello che li circonda. Prodotto da Pietro Valsecchi, The Pills – Sempre meglio che lavorare vede partecipazioni del calibro di Francesca Reggiani, Gianni Morandi e Giancarlo Esposito, conosciuto in tutto il mondo per il ruolo di Gustavo Fring nella serie tv targata AMC Breaking Bad. Noi di NewsCinema, in occasione del lancio del film previsto per il 21 gennaio 2016, abbiamo incontrato il regista Luca Vecchi che ci ha raccontato l’origine dei The Pills, il segreto del loro successo, le difficoltà di passare dal web al cinema e i loro prossimi progetti.

pills2

Come nascono i The Pills?

I The Pills nascono un po’ per caso e un po’ per necessità. Ho sempre studiato spettacolo e considerato che era difficile trovare i soldi per realizzare dei cortometraggi o fare un percorso più tradizionale ho deciso con i miei compagni di creare i The Pills. L’obiettivo è sempre stato quello di fare tanto con pochi mezzi. Paradossalmente ho riscontrato più difficoltà nella realizzazione del film che nel video-making amatoriale.

Come avete raggiunto 122.000 iscritti su YouTube e qual è il segreto per divertire?

In realtà non sono neanche tanti, il video-blogger più sfigato ha numeri e visualizzazioni più alte di noi. Cerchiamo di far ridere attraverso lo stereotipo e il luogo comune. A volte è necessario anche perdere un po’ la faccia per divertire.

È appena iniziato il vostro programma TV Non ce la faremo mai. Che cosa pensano i The Pills di non riuscire a fare?

La televisione. Non ci sentiamo molto a nostro agio sia con il mezzo che con il linguaggio. Abbiamo cercato di reinterpretare con poco tempo e pochi mezzi uno spettacolo televisivo ma la tv è un sistema complesso. Inoltre ci hanno dato uno studio che Paolo Bonolis usava raramente per delle televendite e non potevamo toccare niente. Per ora il feedback non è particolarmente positivo, ma resta comunque una esperienza che arricchisce.

Come nasce il progetto cinematografico Sempre meglio che lavorare e quali sono le difficoltà di passare dal web al cinema?

Il cinema è un mezzo molto importante, nasce prima della televisione e conserva una magia e un misticismo unici. Inoltre i sketch su YouTube non pagano e il cinema è da sempre il mio obiettivo principale. Il film nasce dalla ricerca della giusta dimensione mediatica per i The Pills, è la continuazione di un esperimento che ci ha portati nel tempo a sperimentare il thriller, l’horror, la commedia romantica, il medical-movie e tanto altro. Abbiamo tentato di mettere insieme tutto questo e di fare un film vero e proprio che non sarà mai peggio di Amici come noi di Pio e Amedeo e di tante altre opere italiane.

pills4

Il film, come dice il titolo, presenta dei giovani che farebbero di tutto per non lavorare. C’è un fondamento di realtà in questo?

Siamo una generazione un po’ sfigata. I nostri padri  si sono mangiati tutto quello che hanno costruito i nostri nonni. È necessario rimboccarsi le maniche ma ai coetanei che conosco non va di prendersi questa responsabilità, piuttosto preferiscono passare quindici anni all’università a perdere tempo. Il lavoro purtroppo non c’è e bisogna reinventarsi. Abbiamo scherzato anche su questo nel film. La filosofia dei The Pills dopotutto è che sei vuoi essere un coglione devi fare gioco di parte.

Come è stato lavorare con grandi nomi della scena italiana come Francesca Reggiani e Gianni Morandi e con un mito della televisione mondiale come Giancarlo Esposito di Breaking Bad?

Il merito della partecipazione di Giancarlo Esposito è del mio aiuto-regia Giulio Cupperi che aveva delle conoscenze traverse. Inoltre Giancarlo frequenta molto l’Italia perché ha alcune parentele, non è stato difficile reclutarlo. Per quanto riguarda gli altri artisti posso dire che è stato diverso con ognuno di loro. È stata una esperienza molto interessante.

Che cosa pensate del debutto cinematografico di Favij e Federico Clapis in Game Therapy e di Maccio Capatonda in Italiano Medio?

Game Therapy è un film coraggiosissimo anche se Clapis mi sembrava una sorta di Jerry Calà in un film di azione americano. Maccio invece ha fatto un percorso più strutturato. Quello che posso dire è che il personaggio di Favij era molto diverso da quello del suo canale YouTube. Noi invece abbiamo tentato di mantenere lo stesso linguaggio e la stessa concezione di sempre. Sono operazioni diverse ma interessanti.

the-pills

Che consigli dareste a uno YouTuber in erba?

Gli direi di andare a lavorare. Scherzo. Gli suggerirei di essere se stesso. Su internet la sincerità paga e non bisogna sforzarsi di essere diversi. Internet è ricco di perle ma anche di tanta immondizia. Purtroppo si usa questo strumento con molta incoscienza. Consiglierei a tutti di utilizzare internet con più giudizio. Mi piacerebbe anche che i ragazzi iniziassero a studiarlo a scuola.

Dopo la tv e il cinema qual è la prossima sfida che vi piacerebbe affrontare?

Il porno. No scherzo, mi piacerebbe continuare con il cinema e affrontare altre tematiche, altri registri. Anche se ci abbiamo messo sempre la faccia a noi interessa soprattutto l’aspetto autoriale. Ci dispiace molto che questo non arrivi al pubblico.