The Salvation, la recensione del western europeo

Avevamo conosciuto Mads Mikkelsen nel 2013, quando aveva brillato nella pluripremiata pellicola Il sospetto. La sua performance si era fatta notare, ed era stato premiato a Cannes come miglior attore, in molti avevano iniziato a parlare di lui, il nuovo divo Hollywood, il primo danese… Ma, poi? Che fine aveva fatto? Forse è stato troppo impegnato con la serie tv Hannibal, ma ora è tornato finalmente sul grande schermo. Mikkelsen, infatti, è il protagonista di The Salvation, un film sfornato lo scorso anno dalla Danimarca, scritto e diretto da Kristian Levring. Nella pellicola sono presenti anche Eva Green, la bella di Sin City  e Jeffrey Dean Morgan, conosciuto dal pubblico come Denny Duquette in Grey’s Anatomy.

The Salvation recensione

Si tratta di un western di fine ‘800, ambientato nella tipica atmosfera di colonizzatori e fuorilegge. Il personaggio principale è l’immigrato danese Jon (Mads Mikkelsen) costretto a vivere negli Stati Uniti lontano da moglie e figlio. Finalmente, dopo sette anni, riesce a riunire la sua famiglia. Quando la donna e il piccolo di 10 anni arrivano in America, cadono vittime di un terribile crimine, rimanendo uccisi da due briganti.  La vita di Jon è distrutta, il dolore si muta in rabbia e riesce a vendicarsi, uccidendo il responsabile del duplice omicidio. Quello che non sa il protagonista, però, è che l’assassino è il fratello del temibile colonnello Delarue (Jeffrey Dean Morgan), un uomo dai modi rudi che terrorizza il villaggio di Black Creek e che è disposto a qualsiasi cosa per punire l’uccisore di suo fratello, soprattutto per farsi bello agli occhi della principessa (Eva Green), moglie del defunto, nonché sua cognata, di cui il tenente è da sempre segretamente innamorato. Intanto, Jon, tradito dalla sua stessa comunità che non fa niente per salvarlo, è costretto ad abbandonare i suoi panni di uomo pacifico e a trasformarsi in un guerriero assetato di giustizia. Il Western è stato per lungo tempo il genere più amato dagli spettatori.

Il pubblico, soprattutto maschile, si esaltava nel guardare le scene scoppiettanti dietro lo schermo, i duelli a colpi di rivoltella, gli stivali da cowboy e le sequenze silenziose prima degli spari, che portavano l’adrenalina a mille. Ad oggi, con i passi avanti della tecnologia e degli effetti speciali, portare al cinema una pellicola che si basa su tecniche cinematografiche “vintage” è davvero un azzardo. Questo, Kristian Levring, lo sapeva, ma nonostante ciò ha voluto portare avanti un piccolo sogno e realizzare una pellicola che gli ricordasse il suo genere preferito durante la sua infanzia. The Salvation è infatti un tributo al classico western americano. Il problema, è che riproporre un tipo di pellicola morta e sepolta può far risultare il prodotto finale vecchio, già visto, o semplicemente banale. Bastano pochi minuti all’inizio del film e già possiamo immaginare tutto quello che succederà, compreso il finale. Le solite vicissitudini basate sulle ingiustizie, quella dei familiari uccisi, di un popolo costretto agli ordini di un uomo crudele, della donna oggetto (Eva Green) a cui è stata tagliata la lingua così da toglierle il diritto di parola. Le stesse vicissitudini che terminano a lieto fine, con la giustizia che trionfa e la punizione del male.

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Tutto questo è quello che accade in The Salvation, una storia già vista, e che sminuisce tutti i momenti di tensione e adrenalina, tipici del western. Non sono infatti gli occhioni verdi della Green a farci cambiare idea, e nemmeno i muscoli di Mikkelsen riescono a distrarci dalla mediocrità della pellicola. Sarebbe stato un gran bel film se non fosse arrivato in ritardo, di quarant’anni per la precisione. The Salvation sarà al cinema a partire dall’11 Giugno, se avete voglia di rivivere il passato, andate pure a vederlo.

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