The Sound and the Fury, James Franco versione Malick

Che Mostra del Cinema è senza James Franco? L’attore e regista americano ormai è un’istituzione a Venezia, e, dopo Child of God dello scorso anno, ha presentato il suo nuovo lavoro The Sound and The Fury, ispirato al celebre romanzo di William Faulkner che racconta una storia drammatica e familiare da tre punti di vista differenti. “Mi sono accorto che questo tipo di film non li fa nessuno, anche regolandomi con i registi con cui ho lavorato. Quindi ho deciso di colmare questa mancanza e pensarci io. Questo è uno dei miei libri preferiti, è un classico della letteratura americana e l’ho affrontato in un modo sperimentale, rimanendo fedele al periodo storico presentato nel libro, rendendolo nello stesso tempo contemporaneo” ha dichiarato in conferenza stampa l’autore.

francoFranco sceglie ancora una volta la letteratura per realizzare un film d’autore suggestivo e carismatico, premiato con il Premio aeger-LeCoultre Glory to the Filmaker 2014, per la “versatilità e poliedricità dell’autore nella nuova scena americana”, come afferma il Direttore della Mostra Alberto Barbera durante la consegna ufficiale. Tra un selfie e l’altro James Franco sembra non esaurire mai la sua creatività, e, nell’affrontare una storia così particolare e complessa, che gioca su più piani temporali e differenti personaggi, ottiene un risultato convincente. Il film procede diviso in tre capitoli, ognuno dei quali racconta la storia dal punto di vista di uno dei fratelli Compson, che vivono con la loro famiglia nel Sud degli Stati Uniti tra amori, passioni, conflitti e segreti. Franco interpreta Benjamin, il fratello ritardato che si esprime con lamenti e smorfie, regalando una performance di spessore e non artefatta. Lui, come Jason e Quentin, interpretati rispettivamente da Scott Haze e Jacob Loeb, ha un’ossessione patologica per la sorella Caddy, intorno alla quale ruota l’intera storia. Sullo sfondo della crisi economica in arrivo e delle differenze razziali, The Sound and the Fury presenta i protagonisti seguendo un filo temporale che gioca tra passato e presente, senza mai perdere la linearità. Franco orchestra la narrazione in modo pulito e coordinato, senza lasciare nulla al caso, ma costruendo un film con un buon ritmo e un cast notevole che coinvolge ed emoziona.

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Ho costruito il meccanismo intorno al quale ruota tutta la storia, intorno al personaggio di Caddy. Questi fratelli sono ossessionati dalla sorella, e sullo sfondo ci sono i cambiamenti del Sud degli Stati Uniti. Il libro è qualcosa che leggi, ma puoi tornare indietro a rileggere le pagine prime e saltare da un punto all’altro, mentre il film di solito lo vedi dall’inizio alla fine” ha spiegato Franco, che denuncia con questo film uno stile registico che strizza l’occhio a Terrence Malick, senza troppe pretese. La natura è costante protagonista della scenografia, e luogo di incontri, fughe e passioni travolgenti, ma anche di scontri e conflitti personali tra i membri della famiglia protagonista. La telecamera si sofferma spesso su soggettive e primi piani strettissimi, che provano ad invadere la privacy degli attori, ma nel complesso si respira un’eleganza narrativa e una ricostruzione storica fedele.